motivazioni dell’impiego lapideo Tecnologia, economia e funzionalità di marmi e pietre

La ricerca di mercato ha posto in evidenza la correlazione esistente fra l’uso dei beni, in specie di largo consumo, e le motivazioni, tanto sociologiche quanto psicologiche, da cui traggono origine la percezione del bisogno, e quindi la decisione d’acquisto. Sia pure con le approssimazioni e le distinzioni del caso, il fenomeno si manifesta anche nei beni industriali, sebbene la necessità del loro approvvigionamento prescinda, in linea generale, da quel tipo di interferenze: nel costruire una casa di civile abitazione si dovrà prevedere sempre la posa di un pavimento o di un rivestimento, ma la scelta del marmo, piuttosto che della ceramica, del legno, ovvero di altro materiale, dipenderà da vari fattori, tra cui quello economico può essere prevalente, ma non unico.
Considerazioni analoghe valgono nell’ambito del solo impiego lapideo, dove la gamma delle varietà opzionabili è praticamente infinita, sia dal punto di vista tecnologico (i caratteri dei materiali cambiano sensibilmente da una pietra all’altra: è inutile ricordare che la resistenza del tufo non è confrontabile con quella del granito, ma anche dell’ardesia o della trachite) sia da quello estetico, caratterizzato da un’offerta illimitata (nel mondo, secondo recenti valutazioni, esistono almeno 25 mila tipologie, che coprono tutte le sfumature della scala cromatica).
Detto questo, è facile comprendere che alla base del consumo lapideo si collocano fattori imprescindibili come quelli economici, tecnologici ed estetici, la cui combinazione ottimale richiede valutazioni attente, in primo luogo alla luce del tipo di commessa (il pavimento di una stazione ferroviaria ha esigenze del tutto diverse da quelle di un salotto). Nondimeno, in molte occasioni, specialmente nel momento privato, entrano in giuoco valutazioni complementari che possono fare la differenza.
In tempi relativamente recenti, marmi e pietre hanno costituito un simbolo sociale collegato all’immagine di prestigio selettivo che il loro impiego intendeva evocare, e che non è difficile cogliere ancor oggi in alcune commesse di fascia superiore, con particolare riguardo a quelle di rappresentanza. Nel nuovo millennio, questo fattore è passato comunque in secondo ordine, ed ha ceduto il campo alla funzionalità: se è vero che la maggioranza dei piani da cucina e di quelli da bagno viene realizzata in marmo o pietra, con una vasta gamma di alternative cromatiche ed economiche, vuol dire che l’idoneità del prodotto lapideo a questo tipo d’impiego è condivisa da una schiera sempre più vasta di progettisti, non solo per motivi estetici senza dubbio importanti, ma prima ancora per la capacità di soddisfare in maniera ottimale le esigenze dell’utilizzatore.
Ne consegue che la promozione del manufatto, a cui si guarda con interesse sempre più vivace da parte del momento produttivo, deve tenere conto dei fattori motivazionali, che cambiano da un impiego all’altro e che presumono una ragionevole duttilità del messaggio, in modo da sottolineare le idoneità peculiari del materiale all’una od all’altra tipologia di utilizzo. Naturalmente, esiste un minimo comune denominatore che è sempre valido per tutti gli impieghi e che si riassume nella documentazione delle competitività fisico-meccanica e fisico-chimica del lapideo, ma al quale conviene fornire congrui arricchimenti, finalizzati alle diverse opportunità di commercializzazione: è banale sottolineare che la promozione destinata all’edilizia civile non può applicarsi “tout court” alla funeraria, come dimostrano le specializzazioni differenziate, talvolta riscontrabili anche nelle fiere.
Una cosa è certa: il marmo e la pietra non vengono impiegati per capriccio né tanto meno per caso, ma rispondono ad un ampio ventaglio di richieste del progettista, dell’impresa e del cliente che è compito del fornitore omogeneizzare, selezionare e soddisfare, previo approfondimento dei fattori motivazionali che sorreggono la scelta, e quindi l’ordine. Ciò, non soltanto da un punto di vista strettamente commerciale finalizzato alla sua acquisizione, ma nello stesso tempo, alla luce della necessità di soddisfare pienamente le attese di chi sceglie, in modo da creare un ulteriore effetto promozionale a costo zero, fondato sul consolidato principio pubblicitario di iterazione dei comportamenti.

Nicolai Diamant presenta Giotto

GiottoNicolaiDiamantLa Nicolai Diamant presenta GIOTTO, il nuovo utensile diamantato destinato a rivoluzionare il mercato della lavorazione del lapideo, GIOTTO è un evolutissimo utensile diamantato di ultima generazione ideato e progettato per migliorare le performance produttive delle aziende di lavorazione e che permetterà di diminuire notevolmente l’impatto ambientale generato dagli scarti di lavorazione degli abrasivi solitamente usati.

Leonardo Pon ( nella foto) Direttore Tecnico e Socio della Nicolai Diamant ci spiega le principali novità.

leonardo ponGIOTTO è un prodotto frutto di un lungo periodo di test e ricerca – dichiara Leonardo Pon, direttore tecnico della Nicolai Diamant – e finalmente dopo aver superato il severo esame delle aziende di lavorazione del distretto apuo versiliese, dove da qualche mese è già commercializzato, è adesso pronto per essere presentato a livello mondiale“.

GIOTTO e stato montato con ottimi risultati su macchine Breton, Barsanti, Prometec, Simec e Gaspari Menotti e le prime aziende ad averlo utilizzato sono state la Umberto Franchi Marmi, Il Fiorino, Sagevan, Gda Marmi, Gbc Marmi.

GIOTTO è un utensile – continua Leonardo Ponche supera di gran lunga la durata di ogni altro strumento che serve per lucidare il marmo. Rispetto agli abrasivi tradizionali , GIOTTO ha una durata decisamente superiore alla media e questo significa che l’azienda che decide di utilizzarlo migliorerà la propria produttività sensibilmente in quanto non dovrà fermare le macchine per sostituire gli utensili usurati. Ciò che rende unico GIOTTO é quindi la sua durata e la sua resistenza, e questo non significa solo maggiore produttività ma anche maggior rispetto per l’ambiente e meno rifiuti da smaltire“.

La maggior durata di Giotto comporterà infatti un minor impiego dei tradizionali abrasivi con una diminuzione notevole dei fanghi prodotti dei residui degli abrasivi stessi.

Infine – conclude Pon – dopo i test realizzati possiamo affermare con certezza che con GIOTTO migliora anche la qualità della lucidatura delle lastre, che acquisteranno in brillantezza e luminosità“.

Interpellato in merito all’importanza dell’innovazione a livello settoriale il Presidente di Confindustria Marmomacchine, Stefano Ghirardi, ha confermato come “sviluppo e ricerca siano driver decisivi che da sempre connotano il nostro made in Italy e costituiscono fattori chiave per raggiungere il successo in un mercato sempre più competitivo ed esigente

GIOTTO è stato presentato ufficialmente alla fiera Iran Stone Exhibition – IRSE 2016 – che si è tenuta a Teheran lo scorso luglio, riscuotendo un importante apprezzamento da parte degli operatori del settore.

Ricordiamo che GIOTTO é prodotto dalla Nicolai Diamant azienda attiva da quasi 40 anni e leader mondiale nella produzione di utensili per la lucidatura e rifinitura dei materiali lapidei.

www.NicolaiGiotto.com

Andamento commerciale delle Macchine tagliatrici di cava

L’espansione del mercato mondiale di marmi e pietre degli ultimi anni ha trovato una corrispondenza in quella degli investimenti, effettuati dalle aziende lapidee, nelle macchine e negli impianti.

Questo andamento è stato comunque contraddistinto da alcune specifiche inerenti soprattutto il mercato europeo, dove le difficoltà congiunturali generali delle imprese, hanno inciso anche nel campo dei macchinari lapidei.

Ricordiamo che è proprio il continente europeo quello caratterizzato dalla parte più consistente del mercato delle tecnologie; un ruolo egemone è ancora rappresentato dalle produzioni delle imprese italiane che nel giro degli ultimi quindici anni hanno addirittura raddoppiato il valore dell’export di settore.

Il commercio dei macchinari e delle strutture impiantistiche resta comunque caratterizzato da condizioni particolari legate alla elasticità della domanda, a sua volta legata alla propensione delle imprese ad investire nei macchinari per l’ estrazione, la lavorazione ed al trattamento in generale del materiale lapideo.

All’interno di questo contesto la presente analisi si sofferma sul settore delle macchine tagliatrici di cava automatiche, contraddistinto da una forte concentrazione di mercato, superiore a quella rilevabile per gli impianti di segheria e laboratorio.

Se prendiamo in considerazione l’andamento delle esportazioni mondiali di queste tecnologie nell’ultimo quinquennio, dal 2010 al 2014, possiamo mettere in rilievo che il valore complessivo delle esportazioni del comparto a raggiunto i circa 4,6 miliardi di dollari, con una media annuale superiore ai 900 milioni.

Un mercato abbastanza agile che ha ottenuto valori annui di interscambio commerciale superiori al miliardo di dollari nell’annualità 2010 e 2011, per poi perdere in valore assoluto negli anni successivi. Se prendiamo la dinamica dell’ultimo periodo, anno 2014, osserviamo una ripresa rispetto all’anno precedente, il 2013, valutabile in termini percentuali con un +10,3%, a testimonianza di un nuovo vigore del mercato, ma ancora lontana dalle esportazioni mondiali del 2010, raffronto che mostra una perdita del -17,1%.

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Nella distinzione per mercati di produzione, sempre negli ultimi cinque anni, è interessante osservare come i 4,6 miliardi di dollari, siano riferibili, per una quota del 62%, pari a 2,8 miliardi, alla Germania, produttrice leader di macchine tagliatrici, seguono con valori quasi identici, per un peso del 7% circa, le spedizioni all’estero degli Stati Uniti e quelle dell’Italia. Con una quota del 5% il Giappone e con il 2% la Cina: la parte restante, identificabile con altri Paesi vale il 17%, un valore di non poco conto.

Questa disamina evidenzia come il mercato delle macchine tagliatrici sia ad oggi concentrato in una cerchia ristretta di Paesi egemoni, dal punto di vista produttivo, e pertanto anche da quello delle conoscenze tecnologiche e del know –how, ma, allo stesso tempo, si osserva una crescita di altri piccoli produttori, competitor comunque ancora distanti dalle performances delle imprese tedesche, italiane e americane.

 

Soffermando l’attenzione sulla produzione dell’Italia segnaliamo un andamento non lineare nell’ultimo quinquennio, nel quale si è passato da un export di circa 110 milioni di dollari nel 2010, a valori dimezzati negli anni successivi, 56 milioni nel 2011 e 60 milioni nel 2012. Nell’ultimo biennio si è registrata una risalita delle vendite nel 2013 con un totale di circa 70 milioni, per poi perdere nell’ultimo anno, il 2014, addirittura il 44% del totale, assestandosi ad un valore di spedizioni pari a 39 milioni di dollari. E’ pur vero che tale caduta sia riconducibile ad alcune anomale variazioni che hanno interessato alcuni mercati di destinazione (Danimarca passata da 18 milioni a 2), e pertanto dovranno essere valutati con cautela ai prossimi consuntivi, ma, ciò nonostante, pur eliminando le variazioni anomale, nell’ultimo anno il trend è stato sostanzialmente negativo.

Nell’ultimo anno l’Italia ha esportato macchine tagliatrici in moltissimi Paesi, le quote più rilevanti sono quello degli Stati Uniti (26,3% del totale), seguito dai mercati della Cina (11,9%) e dell’Arabia Saudita (11,5%), ecc.

I primi 15 paesi verso cui sono indirizzate le Macchine tagliatrici delle imprese italiane

Posizione

Paese

Euro

Inc. %

1

Stati Uniti

7.760.393

26,3

2

Cina

3.523.263

11,9

3

Arabia Saudita

3.385.378

11,5

4

Danimarca

2.234.763

7,6

5

Regno Unito

2.004.598

6,8

6

Australia

1.598.933

5,4

7

Turchia

1.048.323

3,6

8

Argentina

492.443

1,7

9

Francia

473.647

1,6

10

Svizzera

412.246

1,4

11

Romania

342.621

1,2

12

Israele

336.463

1,1

13

Venezuela

330.870

1,1

14

Sud Africa

283.181

1,0

15

Svezia

278.958

0,9

Appare significativa una duplice valutazione, da un lato le dinamiche delle macchine di cava, al pari di quelle utilizzate nella trasformazione, sono caratterizzate da una forte ciclicità collegata agli investimenti innovativi delle imprese del settore, dall’altro, al pari dei mercati principali di riferimento, sembrerebbero emergere, anche in questo caso con variazioni da anno ad anno molto accentuate, una serie di mercati minori, che nel prossimo futuro potrebbero rappresentare occasioni importanti per lo sviluppo delle vendite delle imprese italiane.

Ulteriori considerazioni devono essere riservati ai Paesi concorrenti più significativi.

In primis la Germania con 526 milioni di dollari annui, nel 2014, ha esportato macchine tagliatrici principalmente in Qatar, per una quota del 28,9% del totale, seguono Cina (12,3%), Arabia Saudita (10,2%), Stati Uniti (9,9%) e Venezuela (7,3%).

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Nella graduatoria dell’export mondiale dell’ultimo anno incontriamo, nella seconda posizione, il Giappone con circa 55 milioni di di vendite, dato che deve essere valutato con cautela, e le destinazioni principali sono state rispettivamente Singapore, Corea del Sud, Malaysia, Cina e altri Paesi asiatici. In questo caso è comunque osservabile che il ruolo del Giappone è autorevole in particolare per quanto concerne i mercati asiatici.

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Gli Stati Uniti rappresentano invece una quota consistente dell’interscambio commerciale di macchine tagliatrici, sia dal lato delle importazioni, sia per quello che riguarda la produzione e la vendita delle stesse. In quest’ultimo caso possiamo sottolineare che le imprese americane hanno venduto macchinari per un valore di circa 54 milioni di dollari.

Allo stesso modo del Giappone anche le aziende degli Stati Uniti svolgono un ruolo centrale per i Paesi limitrofi, che difatti risultano anche i maggiori importatori dei loro prodotti; nell’ultimo anno il 44% del totale delle esportazioni è stato destinato al Canada (27%) ed al Messico (17%). Una quota rilevante è stata indirizzata anche a Singapore.

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Possiamo pertanto concludere questa breve disamina delle vendite di macchine tagliatrici per il lapideo evidenziando il ruolo di leader ancora appannaggio della Germania, di alcune difficoltà incontrate soprattutto nell’ultimo periodo da parte delle produzioni delle imprese italiane, a fronte di quote di mercato conquistate dagli Stati Uniti e dal Giappone che, comunque persistono come competitor soprattutto nei contesti continentali a loro limitrofi. Resta poco decisa la crescita della Cina in questo settore, preferendo ancora l’importazione di macchinari da altri Paesi, e l’Italia in questa graduatoria rappresenta il secondo mercato di riferimento.

In questo contesto, molto ciclico e volatile, le imprese italiane hanno, grazie soprattutto alla qualità dei prodotti, progettualità e servizi connessi, enormi margini di miglioramento, in particolare in taluni mercati in ascesa, una presenza sul mercato che deve comunque essere caratterizzata da innovazioni di prodotto e rinnovamento di servizi, valori aggiunti che possono permettere di recitare ancora un ruolo da protagonista in un mercato mondiale sempre più selettivo.

Lapitec, versatile and durable full-bodied sintered stone

lapitecLapitec® is the versatile and durable full-bodied sintered stone. It represents the ideal solution for a multitude of applications; indoor and outdoor cladding, paving, kitchen worktops and even for ventilated façades. Lapitec® is characterized by its large sized slabs – measuring 1500×3365 mm with thicknesses of 12, 20 and 30 mm – and by extremely high physical-mechanical properties which, along with elegance and natural colors, give an excellent result able to meet every taste and style.

The material that architects and designers were waiting for has finally arrived, and it promises to make its mark on the world of construction and design!
Cutting edge technology, for timeless style. Classic and modern. Retro and futuristic. Lapitec® knows no temporal nor aesthetic constraints. It lends itself to any project thanks to the 44 different color and design solutions, making it a valuable and versatile alternative for cladding, flooring, stairs kitchen countertop and worktop production.

Lapitec® slabs are planar and have homogeneous thicknesses: these features facilitate installation related work and give a perfectly uniform aesthetic result. The variation in the friction coefficient of different finishes make this stone suitable for many applications, both in furnishing and in architecture.

Lapitec® is impervious to the effects of time and weather, it’s highly impact resistant and completely insensitive to UV rays and acid rain. These features make it ideal for outdoor and indoor cladding in buildings of any shape and size, but also for paving and flooring requirements. It can even be used for swimming pools and spas. Thanks to its improved flexural strength and to its specific weight of 2,4 kg/dm3, this sintered stone is perfect for ventilated façades as well as large suspended floors and kitchen countertops and worktops. Lapitec® is particularly suited for the latter, as its surface do not absorb, stain or scratch, they are easy to clean and absolutely non-flammable.

All collections are subjected to Bio-Care technology that makes Lapitec® a self-cleaning and antibacterial product thanks to the properties of titanium dioxide – a catalyst able to degrade numerous organic compounds through oxidation. This treatment also makes Lapitec® particularly suitable for locations where a high standard of cleanliness and hygiene must be guaranteed, as is the case for kitchens. The treatment also protects external walls against smog, dirt, dust, paint and sprays.
Ample selection in 44 valuable solutions. Four finishes, each available in ten colors and two veined options. This results in 44 solutions that make a wide range of customizations possible, enabling designers to freely express their creativity.

The colors are inspired by nature, ranging from lighter shades such as polar white, white cream, ivory and cement grey, through to sahara, tobacco, red porphyry and ebony, and all the way up to lead grey and anthracite black. The two veined options, in pearl and coral, give each surface a refined effect.

Fossil is the ideal choice for both indoor and outdoor cladding and for anti-slip flooring requirements. At first sight it presents a “fossilized” shattered stone effect, with softer color tones compared to the other collections – due to its sanblasted appearance.

Vesuvio has a gentle, structured surface recalling the power and the vitality of volcanic magma during its descent from a crater. Along with its flamed granite appearance it makes slippery surfaces safer and prevents dirt from accumulating. This finish is the ideal choice for both internal and external cladding.

Satin is the elegant as silk collection that is soft to the touch. Its smooth finish and imperceptible coarseness make it easy to clean and the ideal solution for kitchen worktops and countertops, cladding and for domestic and residential flooring.

Finally, Lux, the polished mirrored surface which as the name suggests has the unique property of reflecting and enhancing luminosity, for an effect of absolute elegance.

L’Apuania Corsi vince il premio Innovative Design Technology Award

MF 5000 apuania corsiCARRARA. L’azienda carrarese Apuania Corsi ha vinto il  premio “Innovative Design Technology Award” di IMM per la macchina a filo diamantato MF 5000 che presenta notevoli novità per un settore in cui è oggettivamente difficile innovare.

La macchina, sviluppata interamente dall’azienda apuana, presenta quattro punti di forza che poi sono l’innovazione per il settore. A partire dall’eliminazione dei binari di scorrimento interamente sostituiti da un pianale con martinetti idraulici che ne permettono il trasporto sul piazzale di cava con forche o con appositi ganci.

La seconda innovazione è la possibilità della macchina di lavorare su un arco di 340° nel piazzale potendo così tagliare più blocchi disposti nel piazzale.

Per il filo diamantato Apuania Corsi ha sviluppato due nuove tecnologie. La prima è il recupero interno del filo che non avviene con l’arretramento sul binario ma con il recupero interno; e la seconda innovazione, collegata a questa, riguarda la sicurezza dal momento che viene esposto meno filo essendoci il riavvolgimento interno.

Questa la motivazione del premio:”Per aver introdotto una serie di innovazioni tecnologiche che mirano alla riduzione degli spazi di utilizzo e ad una riduzione notevole della parte scoperta del filo diamantato aumentando la sicurezza per gli operatori di cava“.

L.B.

Macchine per le cave: le tagliatrici automatiche italiane

Pct 100 Dazzini Macchine

Il settore delle macchine tagliatrici di cava è contraddistinto da una forte concentrazione di mercato, superiore a quella rilevabile per gli impianti di segheria e laboratorio. Infatti, nel quadriennio compreso fra il 2011 ed il 2014 l’esportazione mondiale di queste tecnologie (in larghissima maggioranza automatiche) ha raggiunto un valore complessivo pari a 3,568 miliardi di dollari, con una media di circa 900 milioni in ragione annua.
Le relative spedizioni sono state effettuate in maggioranza assoluta dalla Germania, con il 62 per cento del totale, seguita dagli Stati Uniti con una quota di otto punti, ed in terza posizione dall’Italia con il 6,3 per cento, mentre il resto del mondo ha espresso lo “share” a saldo, con il Giappone sul quarto gradino ed una quota del 4,8 per cento.
In altri termini, quella delle tagliatrici di cava è una condizione macro-economica che si potrebbe definire di oligopolio imperfetto, in cui il ruolo dell’Italia è importante soprattutto dal punto di vista della qualità e del “know -how”. Nondimeno, dal punto di vista del mercato, il suo volume d’affari ha fatto registrare una brusca decelerazione nel 2014: dopo un export dell’anno precedente pari a circa 70 milioni di dollari, in notevole ascesa rispetto ai 60 milioni del 2012 ed ai 56 milioni del 2011, le vendite italiane all’estero sono scese a circa 39 milioni, con un regresso del 44 per cento.
I Paesi in cui l’Italia aveva esportato nel 2013 macchine tagliatrici per almeno un milione di dollari sono scesi da quattordici a sette, talvolta sino ad azzerare il volume di traffico, come nei casi di Canada ed Hong Kong, ovvero a ridurlo drasticamente, come in quelli di Algeria o Bahrein. Al contrario, i Paesi che hanno incrementato le proprie importazioni dall’Italia sono soltanto quattro (Cina, Arabia Saudita, Regno Unito e Turchia) mentre gli Stati Uniti hanno conservato il ruolo di maggiore acquirente, confermando i dieci milioni di dollari dell’anno precedente.
Ciò sembra sottolineare che anche nelle macchine di cava, al pari di quelle utilizzate nella trasformazione, esiste una situazione di volatilità dovuta al carattere non sistematico degli investimenti produttivi, tanto più tangibile dal momento in cui anche quelli nel momento estrattivo hanno assunto dimensioni molto importanti.
Una seconda considerazione riguarda la struttura dell’export mondiale quale appannaggio di pochi Paesi sviluppati, ed in primo luogo, come si diceva, della Germania. Gli altri restano ancora comprimari: basti pensare che la stessa Cina cresce in maniera assai vischiosa ed è riuscita a conseguire non oltre due punti percentuali del mercato, mentre preferisce chiaramente le merci di provenienza altrui, figurando in seconda posizione nella graduatoria delle vendite italiane, che almeno marginalmente hanno evidenziato i progressi più cospicui in Arabia Saudita ed in Turchia.
L’Italia può aspirare a fare di più, ed a mettere a frutto, al pari di quanto accade nelle altre macchine per il lapideo, una capacità progettuale e distributiva, ivi comprese le strategie di servizio, certamente ragguardevole. Per progredire in misura conforme alle prospettive ed alle attese del mercato mondiale servono, caso mai, sinergie più adeguate, a cominciare dai supporti istituzionali e finanziari, sempre più importanti in un contesto concorrenziale molto selettivo.

Sorma present new diamond blade EDLX 125

EDLX SormaSorma – one of the leading manufacturers of diamond tools – will introduce the new diamond blade EDLX 125, a revolutionary solution for cutting and grinding marble and calcareous stones.

Two years of research and development on the product have brought to an innovative design overtaking the geometry of its predecessor EDLB and allowing to reach a definitely higher stock removal in grinding.

The shape of the diamond deposits on the steel core recalls meteorites, but the blade comes from not so far away: it is entirely designed and produced in Europe. Thanks to extremely advanced automation systems and virtuous processes, Sorma succeeded in offering the market a high quality product at a really competitive price.

«We worked closely with our customers all around Europe testing on every kind of marble and calcareous stones, such as Blue Stone: the results achieved have always been excellent – declares Riccardo Galluzzi, CEO Sorma – With the introduction of EDLX, we can say we have reached our goal to supply always new advanced solutions to the most common working problems: just one blade for both cutting and grinding, resulting in no need for tools change and an unprecedented stock removal rate in grinding».

The new 125 mm diameter blade will be available for purchase at special test promo conditions until December 18th, and the company is already anticipating the launch of the 230 mm diameter in 2016, with the same level of performance.

Diamond wire saw machine mod. S 900 T Dazzini

12060082_10153217741241545_1777384360_oDiamond wire saw machine mod. S 900 T is the highest point of technology and efficiency for diamond wire cutting present on the market, for cutting every kind of stones, granites and marbles; some details and technical devices allow to be absolutely unique in its field, unrivaled in terms of performances.

Wire saw machine mod. S 900 T can be equipped with main electric motor until 100 HP ( 75 KW ); all these motors are directly flanged to main flywheel without any belts, clutches or another devices in order to use all the full power.

The main flywheel is 900 mm diameter for allowing to increase the torque transmitted to the wire as to main flywheel 1000 mm diameter and, at the same time, for allowing to obtain a higher contact surface of the wire/main flywheel as to main flywheel 800 mm diameter; the rotation of the flywheel is 360 ° driven by a hydraulic fifth wheel; the lateral movements are hydraulic too and it’s possible to have cut for 80 to 180 cm without moving the machine.

12041264_10153217741051545_36346875_oInnovative system is the use of two inverters controlled by PLC : one is for wire speed regulation and the secondo ne is for feedback control; wire speed control inverter allows a adjastment from 0 to 45 mt/sec; this operation can be done either during manual or automatic cutting phase by a incremental button, the second inverter for feed back control allows an uniform movement and a constant pressure on diamond wire.

Wire saw mod. S 900 T is the only diamond wire machine equipped by cardan (or universal) joints for feedback transmission; this system (patented by Dazzini) allows not break gear or motion devices (i.e. in accidental operations as rails’ fall or machine’s positioning), because all traction system is inside the machine. Safety was placed at the center of S 900 T project; the machine is equipped by accessories and devices for prevention of accidents or malfunctions and it places this wire saw at the top of its field.

12043813_10153217741641545_32933615_oDiamond wire breaking sensor, Rubber breaking sensor inside main flywheel, end-run sensor on the rail, waterless sensor during cutting are just some devices for the suitable use during cutting phases. Systems for checking overloads or high temperatures complete the series of protective devices of the machine together with a GSM communication system that can be installed for always having monitored cutting phase and eventual problems in every moment on your mobile phone; not least it’s possible to have a “generator switch off” device in case of shutdown of the machine. Operator safety and prevention of accidents is permitted by a hydraulic strip (made in Kevlar and Teflon) put on a hydraulic arm; this strip can cover all the diamond wire course and, in case of breaks, it avoids diamond wire components’ projections. Another lateral shield protects the main flywheel.

Acoustic signal for cut-star and flashlight on the wire saw machine permit the right acoustic-visual alerts for indicating all cutting phases to all operatos.

Unique feature of the diamond wire cutting machine Mod. S 900 T is the driving system by radio-remote control; thanks to this remote control S 900 T can eliminate all extension cable between the machine and the control panel and all length limits of it; at the same time, the radio-remote control always ensures the right and safe position for the operator under any circumstances. All functions of the machine (cutting, regulation, positioning)can be controlled at a distance.

The innovative hydraulic percussion driller pct100

Pct 100 Dazzini Macchine

Pct 100 Dazzini Macchine

Driller PCT100 is an extremely innovative, recommended for drilling stones of any hardness. Equipped with crawler allows speeding up the positioning for drilling guide-holes and avoiding the usual fixing operation, excluding to expose the operator to any type of risk associated with these operations.

The guidance system allows perfect alignment of the hole, avoiding any deviation error. The unique hydraulic system for the rotation and advancement (patent Dazzini), ensures a constant pressure on the dth hammer: in this way you can reach maximum efficiency and maximum uniformit. This characteristic has allowed to obtain significant results, not obtainable with traditional systems: exceptional speed, low air consumption, no maintenance, operating economy.

The lightness and versatility, combined with the strength and reliability, pose PCT100 to the top of its category.

Equipped with a remote control the machine has the ability to perform the movements in the maximum safety and all drilling operations, assuring the operator a constant safe position..

Primarily used for the creation of guide holes for passing diamond wire by the use of down the hole hammer (with diameters from 50 to 100 mm) or a tungsten carbide rotative crown, PCT100 can work with pneumatic hammer with use of bar steel or ISD too.