Pietra senza frontiere

Duemila metri quadrati al minuto

Cava di Gioia lavorazione (Foto Daniele Canali / Marmonews.it)

Cava di Gioia lavorazione (Foto Daniele Canali / Marmonews.it)

Nella storia dell’uomo, l’uso di marmi e pietre in architettura, arti plastiche e funeraria è consolidato in una tradizione senza eguali, che si può definire universale, non conoscendo limiti di spazio e di tempo. Oggi, nonostante problemi congiunturali spesso ricorrenti, lo sviluppo lapideo continua, fino al punto da avere raddoppiato produzione e consumi mondiali nel giro di circa 15 anni, con un volume che, secondo valutazioni attendibili, ha superato i duemila metri quadrati al minuto (riferiti allo spessore convenzionale di cm. 2).

La materia prima proviene, nella misura di due terzi, da Paesi diversi da quello di posa in opera, dando vita ad un interscambio altrettanto crescente, che fa della pietra un prodotto senza frontiere nel vero senso della parola. Si tratta di un fattore di successo indiscutibile, ma prima ancora, della conferma che il marmo è un materiale di pace, idoneo come pochi ad avvicinare i popoli attraverso la cooperazione economica e la cultura.

La pietra si colloca in una prospettiva di espansione consapevole, in cui la sinergia tra economie mature e Paesi in via di sviluppo si coniuga positivamente coi valori spirituali che esprime da sempre. Basti pensare che circa un quinto del consumo mondiale trova collocazione nel settore funerario, alimentato da sentimenti di “pietas” che superano ogni confine e dalla certezza che l’urna sia strumento di una lieta speranza, se non addirittura di “gioia” per chi lascia “eredità d’affetti” secondo la felice espressione di Ugo Foscolo.

Non a caso, esistono epigrafi vecchie di secoli se non addirittura di millenni che esaltano quei valori, con particolare riguardo a giustizia, temperanza, altruismo, amore per la famiglia e per la patria, sottolineandone l’universalità capace di trionfare su ogni particolarismo e diventando una vera e propria scuola di vita: come avrebbe detto Orazio, “non omnis moriar”.

In questo senso, il significato spirituale della pietra si arricchisce di ulteriori contenuti in cui la tradizione cristiana perfeziona interpretazioni già presenti nella cultura classica e nelle esperienze più antiche, comprese quelle dei primordi: non mancano incisioni rupestri che dimostrano come gli stessi uomini delle caverne, ignari del ferro ma antesignani dell’arte plastica in pietra, non fossero alieni dall’affidarle messaggi destinati a durare per sempre.

Se non altro per questo, e per la sua capacità di trascendere frontiere fisiche e morali, marmi e pietre hanno prerogative tutte loro, che possiamo riassumere nella capacità di parlare al cuore dell’uomo.

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