Il mercato maltese

MaltaDopo l’ingresso nell’Unione Europea, si era presunto che Malta potesse valorizzare la sua tipica pietra da costruzione oltre i limiti di un mercato interno quantitativamente modesto, visto che il Paese ospita poco più di 200 mila abitanti, ma assai ricettivo, tanto che il consumo unitario, agevolato dagli impieghi strutturali, si colloca a livelli oltremodo elevati. Invece, la produzione locale non ha trovato la via dell’export, andando a soddisfare la domanda domestica con prezzi competitivi alla luce degli alti rendimenti di cava (agevolati dalle caratteristiche di compattezza della Pietra di Malta) e delle dimensioni puntiformi del mercato, che riducono al minimo il costo dei trasporti.
Malta, invece, si va rilevando una discreta importatrice, soprattutto di lavorati, che nel 2014 hanno interessato circa 12 mila tonnellate di materiale: a conti fatti, oltre 200 mila metri quadrati equivalenti, riferiti allo spessore convenzionale di base, e quindi oltre un metro quadrato per abitante. Un ottimo risultato, che per circa metà delle provenienze è stato soddisfatto dall’Italia, ed in primo luogo dal Mezzogiorno, le cui pietre posseggono vecchie tradizioni d’impiego decorativo e funzionale alla Valletta e negli altri centri dell’Arcipelago. Tuttavia, la concorrenza della Cina è arrivata anche a Malta, visto che si tratta del secondo importante Paese fornitore, mentre gli altri si sono fermati su cifre marginali.
Si deve aggiungere che il consumo unitario di Malta, nel ragguaglio pro capite, è superiore di ben cinque volte alla media mondiale, collocandosi ai primi posti della graduatoria dopo Belgio e Svizzera, e davanti alla stessa Italia: fatte naturalmente salve le ovvie differenze in cifre assolute.
Un movimento di qualche rilievo si è avuto, parimenti, nell’importazione delle lastre grezze di marmo e di granito destinate ai laboratori maltesi, a cui le commesse non mancano, in specie nel campo dell’edilizia turistica e di quella residenziale. Nella fattispecie, il dato del 2014 si riferisce ad acquisti per circa duemila tonnellate. Malta, in definitiva, è un discreto emporio per cui è applicabile il vecchio assunto di “piccolo ma bello”. Naturalmente, dal punto di vista commerciale non è un mercato per tutti, in quanto certamente selettivo: in tutta sintesi, una sorta di nicchia per l’export italiano.

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