Investimenti e sviluppo settore lapideo

Foto Ennevi

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Nel 2015 gli investimenti mondiali nel settore lapideo si sono collocati intorno ai due miliardi di euro. Il conto è presto fatto, assumendo a base di valutazione il prezzo medio dell’export italiano di macchine ed impianti, che – sempre nel 2015 – è stato pari a 1.112 euro al quintale, e contestualmente, la stima della produzione impiantistica globale, nell’ordine delle 210 mila tonnellate. Il valore medio per unità di prodotto della tecnologia italiana è superiore di alcuni punti a quello della concorrenza, per cui è ragionevole abbattere la valutazione teorica complessiva (2,3 miliardi) di almeno un decimo, e pervenire, appunto, alla cifra stimata di due miliardi.
Rispetto al fatturato mondiale del lapideo, riveniente da informazioni ufficiali di alcuni Paesi, e soprattutto dalle fonti di Nazioni Unite ed Unione Europea, l’incidenza degli investimenti (con esclusione delle spese di gestione in beni strumentali) si ragguaglia a circa un decimo del valore, e quindi costituisce una quota importante, che testimonia, pur fra diffuse tendenze riflessive, l’esistenza di una buona propensione delle imprese ad impegnarsi nello sviluppo del lapideo, dovendosi comunque tenere conto delle sostituzioni, spesso prevalenti sulle innovazioni. D’altra parte, l’avanzamento tecnico e la crescita della produttività sono fattori oggettivi che dovrebbero giustificare, laddove consentito dalle normative nazionali, il ricorso agli ammortamenti accelerati, e quindi, a maggiori investimenti.
E’ inutile precisare che questa propensione cambia notevolmente da un Paese all’altro, e che risulta più alta dove la produzione di cava, la trasformazione di laboratorio e le spedizioni crescono più della media. E’ il caso della Cina e di vari Paesi extra-europei in crescita, che talvolta sono, nello stesso tempo, ragguardevoli costruttori ed esportatori di macchine.
Investire significa avere una buona possibilità di ricorso al credito od all’autofinanziamento: due fonti di mezzi finanziari che sono diventate meno accessibili, soprattutto in Europa, inducendo diffuse preoccupazioni, perché senza investimenti il settore non progredisce, sebbene si debba pur dire che la concorrenza, a cominciare da quella ceramica, attraversa una congiuntura ugualmente complessa. C’è di più: investire significa sviluppare contestualmente la ricerca, in tutte le sue fasi, senza trascurare la promozione impiantistica, perché il mondo degli utilizzatori ha sempre bisogno di informazioni aggiornate circa lo sviluppo della tecnica in termini di rendimenti, qualità del prodotto e sicurezza. Ecco perché tra le esigenze fondamentali, più o meno dovunque, c’è quella di garantire finanziamenti tempestivi ed a costi contenuti, senza dimenticare, a livello internazionale, le opportune assicurazioni dei crediti.
Le oscillazioni monetarie hanno avuto una rilevanza non trascurabile nella diversa articolazione degli investimenti, che sono stati relativamente facilitati nell’area del dollaro anche se i costruttori italiani di macchine, leader nel mondo, hanno potuto conseguire proprio nel 2015 un buon incremento dei volumi venduti e del valore medio, nell’ordine di diversi punti percentuali. E’ un segnale chiaro: anche nella tecnologia, la qualità paga.
Va ricordato che non sono investimenti settoriali soltanto quelli nelle macchine e negli impianti. Il panorama deve essere completato con l’impegno nell’indotto, ed in particolare nelle macchine utensili necessarie a produrre tecnologie sempre più avanzate. In campo lapideo, poi, sono investimenti, se non altro dal punto di vista concettuale, quelli effettuati in promozione, anche se resta pervicace la tendenza delle imprese a considerarli alla stregua di costi, e quindi a spesarli direttamente in conto economico, anziché destinarli a stato patrimoniale.
Chi investe è in grado di affrontare la congiuntura con prospettive migliori, ma per poterlo fare a ragion veduta è necessario disporre di una certezza del diritto, anche fiscale, che è ben lungi dall’essere uguale per tutti, e di supporti istituzionali conformi al ruolo strategico del settore lapideo. Non è una novità; ma si confida che, se non altro alla lunga, le ripetizioni possano giovare.