Presentato a Marmomac il XXVIII Rapporto marmo e pietre nel mondo

Il Rapporto “Marmo e Pietre nel mondo” che esce ad ogni cadenza annuale ad opera di Carlo Montani, per i tipi della casa di Edizioni Aldus, costituisce ormai da tempo un appuntamento di grande importanza nella giornata inaugurale della Fiera di Verona. Anche nel 2017, il convegno per la ventottesima edizione dell’iniziativa è stato conforme ad attese e tradizioni, con un significativo concorso di operatori, esperti e giornalisti provenienti da vari Paesi, quali Brasile, Germania, Giappone, India, Macedonia e Polonia, e naturalmente, dai maggiori distretti Italiani.

Daniele Canali, nella sua qualità di Editore, ha illustrato gli scopi del Rapporto, che possono essere sintetizzati nella disponibilità di uno strumento di lavoro al servizio del settore, unico nel suo genere ed universalmente apprezzato, mentre l’Autore ne ha sintetizzato i contenuti essenziali riassumibili in un ulteriore incremento di produzione, interscambio e consumi a livello mondiale, a fronte di una decrescita del fatturato, che in cifra assoluta si è ragguagliato ad oltre 21 miliardi di dollari, nell’ordine del sette per cento. In sostanza, a fronte di crescite anche importanti della produttività e degli utilizzi, si è avuto un ripensamento delle più recenti politiche di reddito, con la conseguente ripresa di una ritrovata strategia di democratizzazione degli usi di marmo e pietre. Quanto alle tecnologie, la congiuntura ha promosso aumenti significativi degli investimenti soprattutto nei Paesi terzi, mentre quelli sviluppati hanno preferito valorizzare al meglio le strutture esistenti, ferma restando una consolidata leadership italiana in termini di produzione e distribuzione, ma prima ancora di qualità e “know-how”..

Il dibattito che segue tradizionalmente la presentazione, è stato proficuo e costruttivo, come è nelle tradizioni del Rapporto Aldus. Fra gli interventi di maggiore impegno si debbono segnalare quelli di Chiodi (Abirochas), circa le prospettive future del Brasile; Fiorucci (Fillea-CGIL), con riguardo prioritario alle questioni socio-economiche del comparto lapideo italiano; Gussoni (Internazionale Marmi Macchine Carrara), che ha posto il problema del confronto fra pietra naturale ed artificiale; Lazzaroni (Associazione Marmisti Lombardi), in merito ai problemi organizzativi del settore, anche in riferimento alla sua tradizionale parcellizzazione; Porro (Studio Geologico Bettini & Porro), a proposito del minore contributo italiano allo sviluppo estrattivo e trasformatore dei Paesi terzi.

A tutti hanno risposto, per quanto di competenza, Canali, Montani e Marcesini (ISR). In tutta sintesi, il Brasile ha ottime possibilità di crescita che diventeranno maggiori nella misura in cui sappia valorizzare le risorse di tutto il suo immenso territorio e diversificare meglio la distribuzione, in specie dei lavorati; la cooperazione con il momento sindacale italiano è non soltanto auspicabile ma necessaria, al pari di una maggiore propensione agli investimenti imprenditoriali nel quadro di un confronto collaborativo; il ruolo della pietra artificiale, in crescita accelerata soprattutto all’estero, deve essere visto anche nella logica di una razionale valorizzazione degli scarti, che costituiscono un problema di base del lapideo italiano; la funzione associativa è da ripensare in un’ottica di rappresentanza più esaustiva; e quanto al lavoro italiano nel mondo, c’è da chiedersi quanto sia congrua un’opzione, peraltro politicamente comprensibile, che vede primeggiare soprattutto l’emigrazione dei colletti bianchi.