L’analisi di Marmomac °52

1650 espositori provenienti da 56 Paesi e 68 mila visitatori giunti da 147 Stati di tutti i continenti hanno consentito alla Fiera di Verona di conseguire nuovi record di presenze, ed un bilancio promozionale che ne ha ulteriormente confermato la riconosciuta leadership nel mondo del marmo e della pietra. Il successo della manifestazione scaligera si è completato con una quota degli espositori esteri giunta a due terzi del totale, e con l’eccellenza delle iniziative collaterali.

E’ congruo sottolineare come il trend di crescita della Fiera venga da lontano, con un tasso di sviluppo che nel lungo termine è stato superiore a quello del comparto lapideo mondiale, peraltro assai consistente, e competitivo anche nei confronti del sistema economico considerato nel suo complesso. In altri termini, non è azzardato riconoscere alla Fiera un ruolo propulsivo che trascende le cifre e contribuisce in maniera determinante a consolidare la permanente funzione strategica dell’Italia.

Non a caso, tra le iniziative salienti dell’ultima edizione si sono collocate la firma del nuovo accordo di partenariato con la Cina, le visite ufficiali di altri Paesi protagonisti come India e Brasile, e la stessa intesa sottoscritta con Carrara “per la promozione congiunta dei rispettivi distretti lapidei” che in qualche misura si può leggere quale ulteriore opportunità offerta al comprensorio apuano per adeguare le proprie strategie alle reali esigenze della domanda mondiale.

Lo studio del mercato, come d’uso, ha trovato un momento particolarmente significativo nella presentazione del ventottesimo “Rapporto Marmo e Pietre nel mondo” da cui è emersa una buona ripresa di produzione ed interscambio quantitativo, assieme ad una flessione non marginale dei valori medi, fermo restando il primato dell’Italia nel prezzo di vendita dei propri manufatti, pari al doppio di quello mondiale, per non dire della sua consolidata leadership nel campo delle tecnologie.

Un’altra ricerca, prodotta dal momento finanziario, e condotta sui bilanci di oltre quattrocento Società italiane operanti nell’aggregato lapideo, ha permesso di accertare che nel 2016 il risultato economico del settore è stato senz’altro soddisfacente, traducendosi in un margine lordo di 13 punti: cosa che sembra divergere dalla crisi di molte piccole aziende, e di alcune compagini associative minori, ma che trova conferma nel suddetto primato del prezzo medio dell’export.

Caso italiano a parte, il mondo lapideo continua a crescere ed a manifestare propensioni ad investire, molto importanti anche in Paesi di seconda e terza fascia, sottolineando l’esistenza di prospettive in chiave di ulteriore sviluppo, in cui la Fiera di Verona costituisce, oggi come ieri e come domani, un punto di riferimento essenziale.