L’ardesia del Brasile

La nomenclatura settoriale definisce l’ardesia come una varietà di scisti argillosi destinata ad un ampio ventaglio di applicazioni decorative e strutturali, che vanno dai pavimenti e rivestimenti alla copertura dei tetti, a parte talune applicazioni particolari come i piani da biliardo o le lavagne. In tempi ormai lontani la produzione italiana era maggioritaria, in specie per quanto riguarda gli utilizzi di livello, ma col passare degli anni la concorrenza è diventata sempre più agguerrita, a cominciare da quella spagnola per le tipologie correnti, e da quella brasiliana per i materiali di maggior pregio (senza dire della Cina e dell’India, dove le riserve sono molto ampie, anche se non ancora valorizzate pienamente).

 

La storia dell’ardesia coltivata nel Minas Gerais, dove si concentra l’estrazione brasiliana, è lunga e suggestiva, e mette in luce che l’attività risalirebbe addirittura al decimo secolo, ad opera delle popolazioni precolombiane, sia per lavori strutturali, con particolare riguardo alle opere difensive, sia per la realizzazione di oggetti. Tuttavia, lo sviluppo industriale del settore si è concentrato soprattutto nell’ultimo quarantennio, vale a dire dagli anni ottanta in poi, quando il Brasile, grazie alla forte crescita degli investimenti ed alla valorizzazione delle proprie risorse, ma anche all’incremento della domanda internazionale, è diventato il secondo esportatore mondiale di ardesia, dopo la Spagna.

 

Attualmente, la produzione si colloca nell’ordine del mezzo milione di tonnellate in ragione annua, provenienti prioritariamente dal comprensorio di Papagaio, che non a caso è stato definito “provincia dell’ardesia” ed esprime la maggioranza assoluta del volume estratto. L’attività di cava genera, a sua volta, un indotto importante: per dirne una, sono centinaia le imprese che operano nel solo ambito di valorizzazione degli scarti e delle iniziative distributrici collegate. Vale la pena di rammentare che secondo stime locali le riserve disponibili sarebbero in grado di garantire la continuità del lavoro per 15 mila anni, agli attuali livelli produttivi: in poche parole, si tratta di una risorsa praticamente inesauribile.

 

La struttura di cava, e soprattutto quella di trasformazione, come spesso accade nel comparto lapideo, sono molto parcellizzate: nel primo caso, con parecchie decine di imprese operative, e nel secondo, con diverse centinaia. Il materiale si presenta in tonalità diverse, dal grigio al verde, fino al nero ed al lilla, con destinazioni largamente prevalenti ai manufatti per l’edilizia, compreso l’arredo urbano, e viene molto apprezzato per i suoi caratteri tecnologici di resistenza e di durata, senza trascurare l’elevata economia di manutenzione.

 

L’esame comparativo con altri tipi di ardesia pone in evidenza come quella brasiliana sia più dura, e quindi più resistente della media: tra le cause del fenomeno, in base alle conoscenze scientifiche disponibili nel Minas (notevolmente sviluppate) si deve annoverare il fatto che le pressioni sugli strati dei giacimenti vengono esercitate verticalmente e non lateralmente. Del resto, la normativa tecnologica statunitense ha posto il materiale di Papagaio in classe 1, con aspettative di durata nel tempo di almeno tre quarti di secolo per quanto si riferisce agli impieghi esterni, ovviamente di maggiore impegno. Si tratta di ragioni oggettive, che sono alla base del buon successo sul mercato internazionale, sempre più selettivo anche nella domanda di ardesia (assieme ad una buona competitività economica).

 

Non a caso, negli ultimi cinque lustri il prodotto ardesiaco brasiliano ha visto il suo export balzare dalle 10 mila tonnellate del 1995 alle oltre 100 mila del 2018, con un valore pari ad oltre 41 milioni di dollari, ed una quota dell’interscambio mondiale specifico che è pervenuta al dieci per cento. Sono risultati che consentono di guardare al futuro con fiducia, a prescindere dalle ricorrenti difficoltà congiunturali, grazie ad un livello imprenditoriale di qualità, caratterizzato dalla capacità di investire e di mettere a disposizione del mercato materiali competitivi, in grado di soddisfare la clientela qualificata.