Estratto dal XXXII Rapporto Marmo e Pietre nel mondo

Produzione mondiale di cava: tonnellate milioni 155.
Cina 33.9 per cento; India 17.7; Turchia 7.3; Brasile 5.2; Iran 5.0; Italia 3.4: Egitto 3.2.

Importazione mondiale: tonnellate milioni 51.430.
Cina 11.894; USA 3.752; Corea del Sud 2.671; Germania 1.803; Francia 1.317; Taiwan 1.183; Italia 1.029.

Esportazione mondiale: tonnellate milioni 51.430.
India 13.756; Cina 8.035; Turchia 6.548; Brasile 2.062; Italia 2.023; Portogallo 1.784; Spagna 1.732.

Esportazione mondiale di calcarei grezzi (cod. 25.15): tonnellate milioni 9.070.
Turchia 3.477; Italia 774; Portogallo 638; Grecia 633; Iran 360; Spagna 293; India 210.

Importazione mondiale di calcarei grezzi (cod. 25.15): tonnellate milioni 9.070.
Cina 5.209; Italia 445; Grecia 100; Germania 96; Taiwan 85; Libano 60; Svizzera 57.

Esportazione mondiale di silicei grezzi (cod. 25.16): tonnellate milioni 18.492.
India 11.022; Brasile 830; Cina 464; Portogallo 361; Spagna 353; Sudafrica 268; Germania 161.

Importazione mondiale di silicei grezzi (cod. 25.16): tonnellate milioni 18.492.
Cina 6.594; Taiwan 857; Italia 431; Oman 413; Regno Unito 397; Spagna 356; Francia 326.

Esportazione mondiale di lavorati (cod. 68.02): tonnellate milioni 18.488.
Cina 6.124; Turchia 2.871; India 2.399; Brasile 1.056; Italia 989; Spagna 571; Portogallo 412.

Importazione mondiale di lavorati (cod. 68.02): tonnellate milioni 18.488.
USA 3.204; Corea del Sud 1.981; Arabia S. 1.158; Germania 710; Francia 440; Giappone 377; Belgio 294.

 

Dettaglio Paesi (Interscambio)

Esportazione 25.15 25.16 68.01 68.02 68.03 Totale
Brasile 39 830 21 1056 116 2062
Cina 51 464 1112 6124 284 8035
India 210 11022 113 2399 12 13756
Italia 774 119 136 989 8 2023
Portogallo 638 361 354 412 19 1784
Spagna 293 353 41 571 474 1732
Turchia 3477 124 74 2871 2 6548
USA 30 61 3 310 2 406

 

Importazione

Brasile 15 1 1 23 0 40
Cina 5209 6594 1 90 0 11894
India 582 36 0 30 0 13756
Italia 445 431 55 89 9 1029
Portogallo 21 144 3 42 3 213
Spagna 31 356 7 103 18 515
Turchia 22 3 3 216 1 245
USA 23 82 422 3204 121 3852

Intervista a Giacomo Giannotti, l’inventore del Paradiso di Barcellona

paradiso1La tua formazione scolastica e professionale parte dal nostro territorio, a cui sei legatissimo; dimostri il tuo amore proponendo ad un pubblico internazionale assaggi che contemplano la cultura del nostro piccolo “paradiso”. Come ci si sente ad essere una vera e propria star in una grande metropoli internazionale e ad avere radici cosî profonde a Carrara?
Io mi sento Giacomo ,non una Star, anche se ce da dire che tante persone che  vengono al bar  mi hanno già visto in qualche video o su qualche giornale pero proprio perché cerco di essere sempre me stesso nei mei cocktail si possono apprezzare spesso ingredienti che richiamano il nostro territorio, ultimo fra tutti ” Vacanze all’Italiana ” una variante del Negroni con Lardo di Colonnata e Funghi.
Penso che sia anche un po il mio segreto,cercare e trovare ispirazione al mio interno,nelle mie radici appunto.
Hai concepito il tuo locale sotto il segno dell’originalità. Ci racconti la storia del Paradiso di Barcellona?
Paradiso di Barcellona e’ uno speakeasy , e un locale ispirato all epoca del proibizionismo in America. Quell che si vede da fuori e un Pastramy Bar ( una paninoteca) piccolina e con aria tradizionale,sulla sinistra c´e un frigo antico che e’ la porta del Paradiso.Quindi e un locale nascosto,che non si vede da fuori. Una delle principali idee e il messaggio che volevo lanciare e che le persone che vogliono  venire ,dovevano in qualche modo cercarci per venire a provare quello che facciamo.
Ci racconti il pubblico della Terrazza Paradiso?
La Terrazza Paradiso e stato un bellissimo progetto, capitato all’improvviso. E nell ‘attico del Hotel Alma 5 stelle Gran Lusso in passeo di Gracia (centro di Barcellona)
Abbiamo ricreato l’atmosfera del Paradiso, e con un cocktail menu con il nostro stile che unisce i nostri cocktails ” signature” da cocktail prevalentemente estivi come un drink con gelato di mango o un cocktail a granita. Il publico e variato da clienti dell’hotel,turisti di cui tanti amerciani dai 40 anni in su,e gente di tutte le eta di Barcellona. E stata molto ativa quest’anno anche grazie alla musica dal vivo che suonava i fine settimana,dal jazz a vari Dj hanno suonato li.
E un progetto che si e concluso il 3 di Ottobre e riaprira la prossima primavera,pero il Paradiso si ferma nell’ hotel Alma quest’inverno e sara nell principale bar dell’hotel.
Avere un grande successo internazionale e non avere ancora trent’anni. È un cocktail di sapere, passione, spirito di iniziativa e un pizzico di fortuna? O conta molto il contesto barcellonese?
E un cocktail di tanto duro lavoro negli ultimi dieci anni e di avere sempre ín testa di crescere e di imparare per migliorarmi sempre di più, e di essere convinto che alla lunga i sacrifici mi avrebbero ripagato.
A Barcellona ho trovato il mio habitat perfetto e un equilibrio anche personale ,forse questo e il segreto del mio successo.

Il progetto di un anfiteatro in Marmo di Angelo Mangiarotti

Angelo Mangiarotti

Angelo Mangiarotti

La sintesi del concetto di “progettazione oggettiva” su cui Angelo Mangiarotti ha fondato mezzo secolo di sperimentazioni e ricerca nel campo della architettura contemporanea, si svolge nelle brevi e schiette e risposte a questa intervista. La presentazione di un affascinate progetto inedito, arricchisce di sostanza concreta le tesi proposte da questo maestro dell’architettura e del design contemporanei.
D-Quale è il tuo punto di vista circa le attuali tendenze della architettura contemporanea, dove pare che sia in atto una inversione di tendenza radicale che scalza le basi della nostra tradizione costruttiva puntando alla realizzazione di edifici intesi come macro oggetti?
R. Sarò molto esplicito: purtroppo si sta abbandonando il concetto di progettazione oggettiva. Prendiamo ad esempio il caso di un concorso di progettazione. Fare una cosa “corretta” che però appare in qualche misura come cosa già vista significa semplicemente aspettarsi una stroncatura da parte dei “critici”. Non importa che il progetto sia corretto in relazione alla propria funzione, o che l’analisi dei costi, l’utilizzo di soluzioni e di materiali opportuni renda evidente la correttezza della progettazione. Il semplice fatto che qualcuno possa considerarlo “già visto”esclude ogni possibilità di successo. Basta fare un elenco, relativamente agli ultimi anni, circa il lavoro di decine di commissioni di concorso per capire che i risultati sono un disastro. Si tende ormai a premiare le cose strambe ed inutilmente complicate solo perché appaiono innovative, o semplicemente non appaiono già viste. Anzi, credo che non si sappia più nemmeno il perché debbano essere così torti e complicati; insomma, per esagerare il mio pensiero, a Michelangelo oggi gli si farebbe fare una cupola a spirale. Il mio è quindi un giudizio non positivo sulle attuali tendenze, su questa ricerca formale di cose mai viste. Certi architetti fanno scintille per un anno o due e poi scompaiono dalla scena. Ricordi il post-modernismo? Se non facevi cose post-moderne eri un cretino. Ora dove sono finiti i post-modernisti? Forse è una questione di clima culturale, ma in effetti…sono solo formalismi. Se non ci sono strumenti realmente innovativi è inutile fare del formalismo. Prima non si sono mai fatte cose strambe, ardite si! Non tutti i giorni nasce un materiale nuovo e realmente innovativo, ma dato che tutti i giorni si costruisce, la tendenza per essere “un po’ diverso”è il cercare la forma contorta e non funzionale. Forse anche perché il pensiero è contorto, e se guardi sotto… non c’è niente. Ecco perché continuo a pensare che è meglio vedere una cosa già vista, ma corretta, che una mai vista ma scorretta.
D- La tua lunga esperienza professionale e di ricerca ti ha messo in rapporto a scelte circa l’uso di due materiali fondamentali per la progettazione architettonica: la pietra e il cemento. Quale è il tuo rapporto con questi due materiali?
R-Due cose completamente diverse per uso e funzione: bisogna conoscerle per poterle usare bene. Se il marmo non lo conosci fai le cose in cemento, magari che sembra pietra, e tiri via. E’ vero che le copie sono molto ben fatte, ma tu hai perso il contatto con la realtà, una realtà culturale millenaria. E’ come paragonare il pane fresco con quello raffermo; ma d’altronde quando c’è crisi di farina si addotta la crusca, con la scusa che fa bene, che digerisci meglio…

Io ho cominciato ad utilizzare il marmo alla Henraux, nei primi anni sessanta:venivo giù da Milano, e confesso che rimasi affascinato dalla estrosa personalità di Erminio Cidonio, che mi lasciava fare, mi lasciava sperimentare la materia, ricercare soluzioni innovative.

E’ determinate avere buoni rapporti con le ditte che lavorano il marmo, stabilire un rapporto di fiducia con chi vi lavora.Materiale c’è ne dappertutto, non la cultura del marmo; devi avere il piacere di conoscerlo, di sapere come è e di immaginare il senso e il significato di quello che potresti realizzare.
D-Ho dinnanzi a me un tuo progetto, inedito, aggiungo “formalmente corretto”,che è stato concepito dalla tua fantasia sulla base di qualche cartografia, foto, indicazione che ti portai la scorsa estate:assolutamente insufficente per ogni virtuosismo. Eppure, è un progetto che sposa felicemente marmo e cemento in una soluzione “ardita”. Come e perché è nato questo progetto?
R- C’era la possibilità di fare un’anfiteatro. Mi sono posto il problema di fare una cosa fortemente attenta all’ambito spaziale e alla sua collocazione. Mi sembrava una buona idea che la gente potesse sedere in un’anfiteatro a guardare il mare. La “provocazione”è stare seduti, guardare il mare, ed essere a Carrara, con alle spalle le Apuane con il loro cuore di marmo e davanti il mare. Vi sembra poco?

La struttura portante è in cemento armato, rivestita di marmo bianco lavorato in maniera curvilinea. E’ vero, assomiglia vagamente ad una conchiglia spiaggiata sulla scogliera da una mareggiata. Si possono fare concerti sul mare, manifestazioni, spettacoli teatrali, oppure sedersi in una giornata qualsiasi a guardare il mare, a leggere. Insisto, vi sembra poco?

 

2004

Daniele Canali