Lapideo: confermate le diminuzione delle vendite nei primi 8 mesi del 2016

I dati relativi alle esportazioni ed importazioni di materiale lapideo, sia grezzo che lavorato, riferito ai primi otto mesi dell’anno in corso, confermano quanto avevamo già delineato nel consuntivo di fine anno 2015 e nei primi mesi del 2016.

Le difficoltà si registrano sia per i quantitativi, che vedono perdite addirittura a due cifre percentuali, sia per i valori monetari. Il settore lapideo italiano sembrerebbe aver intrapreso una tendenza opposta rispetto a quella degli ultimi anni con variazioni negative che a questo punto possono ritenersi realistiche per l’intero arco dell’annualità corrente.

In queste brevi note, rimandando analisi più approfondite alle prossime scadenze, possiamo mettere in evidenza che, nei primi otto mesi del 2016, sono state esportate complessivamente dalle aziende italiane 1,8 milioni di tonnellate di materiale, sia grezzo che lavorato, in calo del -12,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando le tonnellate erano state superiori ai 2 milioni, per una contrazione che in valore assoluto è stato di circa 255 mila tonnellate.

Perdite nelle quantità ma pure nei valori monetari; infatti, nonostante si tratti di variazioni meno accentuate, si riscontrano diminuzioni nelle vendite del -4,4%, che assommano complessivamente a circa 1.275 milioni di euro, a fronte dei 1.333 milioni dell’anno 2015, per un calo pari a circa 58 milioni di euro.

Nella disamina per componenti osserviamo che le esportazioni italiane in quantità di materiale lapideo grezzo hanno toccato la quota di 815 mila tonnellate nei primi otto mesi dell’anno, un calo nettissimo, del -18,3%: quasi un quinto in meno rispetto all’anno precedente. Una simile contrazione (-15,3%) è stata riscontrata anche nei valori monetari delle vendite.

Come avevamo sottolineato nelle note precedente, preoccupa decisamente la forte frenata che ha riguardato la componente maggiormente rappresentativa, ovvero quella dei materiali calcarei grezzi, passati da 902 mila tonnellate dei primi otto mesi del 2015 alle 731 del 2016. Una diminuzione in valore assoluto di ben 171 mila tonnellate che si sono tradotte in una perdita in valore di circa 38 milioni di euro, mentre il calo dei silicei si è fermato a circa 2 milioni di euro. Le destinazione che hanno mostrato le peggiori dinamiche, rispetto all’anno precedente, sono stati alcuni paesi dell’Asia, quali l’India, ed i paesi del Medio Oriente (Arabia Saudita, Emirati Arabi).

Sempre in estrema sintesi osserviamo che anche dal lato delle vendite di materiale lapideo lavorato i risultati non sono stati soddisfacenti, se nei primi mesi dell’anno sembravano tenere quantomeno le vendite in termini di valore, per un +2,5%, a questo consuntivo si registra un calo del -1,6%, pari a meno 17 milioni di euro. Le quantità invece perdono il -6,8%, nel raffronto con il 2015, non raggiungendo la quota del milione di tonnellate vendute.

Nella distinzione per tipologie di materiale dobbiamo in ogni modo evidenziare che le perdite in valore sono state determinate prevalentemente dal granito, contraddistinto da un calo del -4,5%, a fronte della componente calcarea che ha mantenuto un livello sostanzialmente stabile.

Ulteriori indicazioni provengono anche dall’andamento delle importazioni di materiali lapidei, in questo caso possiamo evidenziare che i valori complessivi mostrano contrazioni a doppia cifra percentuale, sia per i valori monetari in euro (-10,8%), sia per le quantità (-10,2%). A dispetto di una simile contrazione per quanto riguarda la componente dei materiali grezzi, sia nei valori che nelle quantità, che rappresentano i 3/4 del totale dell’import, si segnala, all’opposto, come unico dato positivo quello dell’import di materiali lavorati, in aumento nei valori del +4,3%. Un risultato dovuto essenzialmente al trend favorevole dell’import di granito, in crescita del 14% in termini di valore (42 milioni) e dell’8,6% in quantità ( 85 mila tonnellate).

A conclusione di questa breve analisi possiamo confermare che i primi otto mesi del 2016 confermano le nostre valutazioni di fine 2015, mostrando una serie di difficoltà del settore lapideo italiano da non sottovalutare e da monitorare con attenzione alle prossime scadenze.

Esportazioni prodotti lapidei Gennaio-Agosto 2016

EXP2015

EXP2016

Diff. 2016-15

totale lavorati

Euro

1.067.933.160

1.050.415.329

-1,6

Kg

1.072.589.767

999.918.419

-6,8

totale grezzi

Euro

265.320.308

224.801.289

-15,3

Kg

997.819.834

814.843.114

-18,3

totale lapideo

Euro

1.333.253.468

1.275.216.618

-4,4

Kg

2.070.409.601

1.814.761.533

-12,3

Nasce il colosso degli “scarti”: Carrara Marble Way

(Foto Daniele Canali)

(Foto Daniele Canali)

Si è costituita ieri mattina presso la Internazionale Marmi Macchina la Carrara Marble Way srl, una società composta da 40 aziende estrattive del comprensorio carrarese a cui fanno capo 48 cave. La nuova società gestirà gli scarti dell’estrazione: sassi, scaglie e terre. L’obiettivo si spinge oltre il commercio degli scarti e mira a valorizzarli a fini artistici e innovativi con collaborazioni con le vicine università.

Il capitale sociale è di 1.840.000 euro e il cda è composto da 19 imprenditori.

Marmo bianco: una congiuntura complessa

Foto Daniele Canali / Marmonews.it

Foto Daniele Canali / Marmonews.it

Le ultime notizie apuane sul regresso del marmo bianco nel primo semestre del 2016 hanno suscitato preoccupazioni diffuse negli ambienti del settore, come è logico che sia, anche se i dati di breve periodo hanno sempre bisogno di verifiche più esaurienti. Poi, bisogna aggiungere che le cifre più critiche, se non altro per la loro consistenza quantitativa, sono quelle dell’export grezzo, cosa non certo sorprendente vista la flessione dell’interscambio mondiale di blocchi, già ascritta nel 2015, soprattutto da parte asiatica.
Vale la pena di sottolineare che il bianco non è certo un’esclusiva apuana, come ha dimostrato, se per caso ve ne fosse stato bisogno, l’ultima fiera di Verona, grazie alla rinnovata presenza dei corrispondenti materiali italiani, come quelli di Covelano e di Lasa, per non dire della sempre più forte partecipazione estera: basti citare, per limitarci alle più significative di fonte europea, le offerte di bianchi provenienti da Grecia, Macedonia, Bulgaria, Romania, Turchia (ma l’elenco potrebbe continuare per quelle di altri continenti).
Nel comprensorio apuano non si può coltivare la vecchia illusione secondo cui il bianco sarebbe un’esclusiva locale, sia pure prestigiosa. Al contrario, bisogna prendere atto di una situazione che è cambiata in maniera radicale e continua ad evolversi secondo la ragionevole esigenza di valorizzare le proprie risorse, tipica di ogni Paese in possesso di una politica industriale degna di questo nome. Certo, esistono talune rendite di posizione collegate alla qualità ed alla tradizione, ma nel mondo globale sembrano ragionevolmente destinate ad ulteriori elisioni.
In talune sedi, a cominciare da quella sindacale, si è insistito parecchio sulla necessità di valorizzare il marmo, inteso come bene comune, mediante una più oculata politica di verticalizzazione. Si tratta di un’idea che in teoria nessuno potrebbe contestare ragionevolmente, ma quando si scopre che la crisi investe anche il prodotto finito, viene da chiedersi se il problema non stia altrove: nella carenza degli investimenti, nelle difficoltà di accesso al credito, nella mancanza di ricambi professionali, nella latitanza di una politica estrattiva e della certezza del diritto. In una parola, nel crollo della fiducia, che sta alla base di ogni intrapresa.
Detto questo, stracciarsi le vesti quando le serie storiche della produzione e delle vendite vanno verso il basso appare decisamente inutile. Sarebbe congruo, invece, predisporre un programma di possibili interventi anticiclici, d’intesa con tutte le forze produttive, sociali, e soprattutto politiche, in cui si prenda atto non tanto dei numeri, quanto delle cause che li hanno determinati, e si converga su strategie condivise, basate su misure normative, professionali e finanziarie prioritarie, al cui seguito potranno unirsi quelle di una promozione intelligente.
E’ una storia vecchia che peraltro, quando si parla del bianco, si ripropone troppo spesso in modo ripetitivo. Ergo, bando alle parole, e spazio ai fatti.

Marmomacc 2016, edizione record

(Foto Ennevi)

(Foto Ennevi)

Il presente e il futuro del settore lapideo internazionale passano per Marmomacc. La più importante manifestazione mondiale per marmi, graniti, tecnologie di lavorazione, design e formazione chiude oggi, confermando la Fiera di Verona centro dell’interscambio globale di pietra naturale. “La 51ª edizione – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è quella dei record, ad iniziare dal +10% di espositori, in totale più di 1.650 aziende da 53 nazioni, e dai 67mila operatori specializzati, arrivati da 146 Paesi. Rappresentiamo tutta la filiera, unendo prodotti, macchine e cultura in una rassegna unica, forte della propria storia ma in continua evoluzione, come testimonia il nuovo marchio Marmo+Mac che sintetizza la nostra identità e guarda al futuro“.
Un successo rappresentato da un quartiere fieristico sold out, con tutti i 12 padiglioni e le aree esterne occupati, per un totale di oltre 80mila metri quadrati espositivi (+4% sul 2015). “Marmomacc – commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è oggi per il comparto la piattaforma b2b e di promozione con più internazionalità. In questa edizione gli arrivi di visitatori dall’estero sono aumentati del 5%, superando il 60% del totale. Abbiamo avuto ottime conferme dai mercati di Stati Uniti, Germania, Spagna, il balzo in avanti del 45% degli operatori cinesi e un significativo incremento dell’11% di quelli della Gran Bretagna“.
Tra queste presenze, anche gli oltre 300 nuovi top-buyer e architetti stranieri selezionati come parte delle delegazioni commerciali ufficiali, in rappresentanza di 32 nazioni, con il debutto di Nigeria e Mozambico. Merito dei continui investimenti di Veronafiere nelle attività di incoming, in collaborazione con Ministero dello Sviluppo Economico, ICE-Italian Trade Agency, Confindustria Marmomacchine e, per la prima volta, Regione del Veneto, attraverso Veneto Promozione.
Nei quattro giorni di fiera, oltre al business, grande attenzione è stata riservata a iniziative ed appuntamenti dedicati al mondo del design e della formazione. “The Italian Stone Theatre”, padiglione realizzato con il contributo del Piano di promozione straordinaria del Made in Italy, ha raccontato l’interazione tra pietra, design e tecnologia, mentre nel corso dell’International Stone Summit, le principali associazioni di categoria della pietra a livello mondiale hanno fatto il punto sullo sviluppo del settore e sul rapporto con l’industria della ceramica.

A Marmomacc 2016 sono andati in scena anche due eventi frutto delle nuove partnership con Architectural Record e Archmarathon.

Restano, invece, esposte anche per tutto il mese di ottobre, le installazioni in pietra di Marmomacc & the City, nel centro storico di Verona.
La 52ª edizione di Marmo+Mac è in programma a Veronafiere, dal 27 al 30 settembre 2017.

Marmomacc e archmarathon, i finalisti dei casting@marmomacc per la categoria stone

(Foto Ennevi)

(Foto Ennevi)

Abalo Alonso Arquitectos, Kaan Architecten, Maroun Lahoud Architecte: ecco i nomi dei finalisti che concorreranno al Best Stone Project, la nuova categoria degli Archmarathon Awards nata per la promozione e la valorizzazione del materiale litico in architettura.

I progetti dei tre studi internazionali sono stati selezionati da una giuria composta da Simona Finessi, Craig Copeland e Pietro Carlo Pellegrini all’interno di una rosa di 20 candidati in occasione dei casting che si sono svolti venerdì 30 settembre e sabato 1 ottobre a Marmomacc, la manifestazione di riferimento per il settore litico mondiale.

Queste le motivazioni:

ABALO ALONSO ARQUITECTOS con il progetto “Health Center”

Un manifesto della pietra, un progetto perfettamente integrato nel contesto regionale nel rispetto dell’escavazione del lapideo.

KAAN ARCHITECTEN con il progetto “New Amsterdam Courthouse”

Un edificio simbolico per l’Europa che recupera il passato mostrando le statue in bronzo ed integra l’architettura contemporanea con particolare qualità negli interni dei piani superiori.

MAROUN LAHOUD ARCHITECTE con il progetto “St. Elie Church”

Un segno architettonico importante per quello che rappresenta, raccontato attraverso la pietra portata dai credenti e ritrovata nelle rovine con un’integrazione di nuovi materiali lapidei che rispettano questo dono.

I tre progetti potranno dunque concorrere all’Archmarathon Award per la categoria Stone in occasione dell’edizione di Archmarathon 2018 che si svolgerà a Milano.

Grazie a questa importante collaborazione Marmomacc rafforza ulteriormente il legame con il mondo dei progettisti, degli architetti e degli interior designer mostrando ancora una volta la propria vocazione a saper coniugare momenti di business con occasioni di formazione e conoscenza per le aziende e gli operatori del settore.

Riflessioni sul contratto nazionale

(Foto Daniele Canali)

(Foto Daniele Canali)

Al termine di una trattativa necessariamente complessa ma improntata ad una commendevole volontà di cooperazione, il nuovo contratto nazionale di lavoro per  gli addetti all’industria lapidea è stato sottoscritto. Come accade in ogni negoziato, la soddisfazione è relativa, in quanto l’accordo è frutto di naturali compromessi, ma nello stesso tempo concreta, perché permette di guardare agli anni di vigenza contrattuale con maggiore fiducia nel rilancio del settore, ed in primo luogo, degli investimenti.

 

Il nuovo contratto è tanto più importante in una stagione macro-economica che vede il prodotto interno lordo italiano crescere, se tutto va bene, di poche frazioni in ragione annua; ed in un contesto settoriale caratterizzato, anche in Paesi leader come la Cina, da condizioni diffuse di stasi, se non anche di regresso produttivo e distributivo, sia pure accompagnate da migliori livelli di redditività. L’assunto vale a più forte ragione per l’Italia, dove il cronico ristagno delle attività edilizie si è tradotto in una decrescita non certo felice, pari a tre quarti del volume costruito negli anni migliori; e dove marmi e pietre sopravvivono alla meglio grazie all’export.

 

I contenuti concreti del contratto sono di rilevanza significativa: anzi tutto nella parte retributiva, dove è stato concordato un aumento medio nell’ordine dei cento euro, sia pure spalmati negli anni, con una maggiore incidenza riferita all’ultimo periodo; ma contestualmente, anche in quella normativa, dove sono state rivolte attenzioni prioritarie, ed ampiamente motivate, al tema della sicurezza, istituendo un periodo formativo “ad hoc” pari a 16 ore per tutti i neo-assunti (ridotto ad un quarto per coloro che provengano dalla stessa attività presso un’altra impresa).

 

Non è da trascurare nemmeno l’impegno ad affrontare in prosieguo di tempo il problema delle mansioni e delle specializzazioni, talvolta di non facile soluzione, visto il rapido progresso delle automazioni e delle computerizzazioni di tante procedure produttive, per non dire di quelle d’ufficio.

 

Nostro compito non è quello di entrare nei dettagli, oggetto di esame e di proficua discussione nei vari contesti imprenditoriali e sindacali. Ci compete, invece, esprimere il compiacimento per l’intesa raggiunta, e soprattutto, l’augurio che dal nuovo contratto possa scaturire, in assenza di tassi conflittuali incompatibili con la congiuntura, una rinnovata prospettiva di crescita economica, e naturalmente, di tutela del lavoro.

Marmomacc, cena inaugurale stellata e performance acrobatiche

italian stone theatreUn menù firmato dallo chef Enrico Bartolini, due stelle Michelin e tra gli enfant prodige della ristorazione italiana, intervallato dalle performance acrobatiche e aeree degli artisti della compagnia di physical theatre Zamaga Athletic Dancers, in una location inedita all’interno del quartiere fieristico: quella del padiglione 1 della Fiera di Verona dedicato al design con The Italian Stone Theatre. “M+” è il nome dello show in due atti andato in scena ieri, per i 200 invitati alla cena inaugurale della 51ª edizione di Marmomacc, la fiera internazionale di marmo, tecnologie e design in corso a Veronafiere fino a sabato 1 ottobre, dove è stato presentato anche il video della nuova immagine della manifestazione, con il logo “Marmo+Mac”. Lo spettacolo è stato curato dall’architetto Giorgio Canale e dal team di DDM Advertising.

Marmo veneto: in sei mesi export a +4,8% Nuovo progetto b2b con Veronafiere e Regione Veneto

b2b marmomaccIl Veneto nel primo semestre del 2016 traina ancora l’export di marmi e graniti made in Italy: da gennaio a giugno, le oltre 800 aziende della regione hanno esportato prodotti lapidei lavorati per un valore di 264,6 milioni di euro, in crescita del 4,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
Un risultato positivo che spicca rispetto alla media nazionale (ferma a +0,6%) e che, tra le province, pone il Distretto del Marmo e delle Pietre di Verona ancora una volta capofila in Italia, con 215,8 milioni di euro di export.
Veneto protagonista oggi anche alla Fiera di Verona, nella giornata inaugurale di Marmomacc, la più importante manifestazione internazionale dedicata la settore della pietra naturale (28 settembre-1 ottobre). Per la prima volta, Veronafiere e Regione Veneto – attraverso Veneto Promozione – hanno realizzato un progetto di incoming di buyer esteri mirato agli espositori veneti, sia produttori di marmi che di tecnologie di lavorazione. A salutare l’iniziativa, questa mattina, Federico Caner, assessore al Commercio estero della Regione del Veneto. Dopo un’introduzione su “L’universo della pietra naturale nella Regione Veneto”, al via due giorni di incontri b2b con gli operatori stranieri di Stati Uniti, Russia, Nigeria, Malesia, Singapore, Belgio e Danimarca.

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