Domani al via la 50° edizione di Marmomacc

(Foto Marmomacc)

(Foto Marmomacc)

Al via domani il più importante salone dedicato al business e alla cultura del marmo. Internazionalità in crescita, sia sul fronte degli espositori (936 aziende estere) che delle delegazioni commerciali (11 nazioni in più del 2014). Marmomacc si conferma piattaforma globale di promozione per l’export lapideo italiano che, nel primo semestre dell’anno, ha sfiorato 1,6 miliardi di euro. Taglio del nastro alle 10.30 (padiglione 1) con Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia e Finanza, e Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. Nel pomeriggio, alle 15, iniziano i lavori dell’International Stone Summit, con 20 delle maggiori associazioni mondiali del settore tecno-marmifero

Verona, 29 settembre 2015 – Delegazioni commerciali da 55 nazioni, 11 in più rispetto all’anno precedente; 936 aziende straniere su 1.524 presenti, provenienti da 55 paesi del mondo e con il debutto di Albania, Bosnia Erzegovina, Camerun, Georgia e Venezuela; visitatori attesi da oltre 140 stati.

La 50ª edizione di Marmomacc, al via domani alla Fiera di Verona, è sempre più internazionale. Il salone dedicato a marmi, graniti e pietra naturale, in programma da mercoledì 30 settembre a sabato 3 ottobre, si conferma il polo mondiale di riferimento per il business, la promozione e la cultura legati alla filiera lapidea.

Un comparto che vede l’industria italiana tra i protagonisti dell’interscambio globale: primato confermato anche dai dati relativi all’export nazionale, diffusi dall’Osservatorio Marmomacc-Confindustra Marmomacchine.

Nel primo semestre 2015, infatti, le esportazioni tricolori hanno raggiunto quasi 1,6 miliardi di euro, in crescita del 5,2% per quanto riguarda i materiali lapidei finiti e grezzi e del 28,8% nel campo dei macchinari e delle tecnologie per estrazione e lavorazione.

Il ruolo di Marmomacc quale piattaforma di internazionalizzazione delle imprese, quest’anno, è rafforzato anche dalPiano di promozione straordinaria del Made in Italy del Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), in collaborazione con ICE-Italian Trade Agency e con Confindustria Marmomacchine, che ha permesso di portare in fiera due grandi delegazioni di 100 top buyer e 100 architetti esteri, coinvolti in incontri b2b, corsi di formazione e visite alle aziende del territorio.

Grazie agli investimenti e alle attività per favorire l’incoming di operatori da parte di Veronafiere, per la prima volta è presente a Marmomacc anche una missione istituzionale dall’Iran del Ministero dell’Industria, del Commercio e delle Attività industriale del settore minerario. In visita ufficiale anche una delegazione del dipartimento del Commercio dello stato brasiliano di Vitoria, un gruppo di 60 architetti di Rabat, dal Marocco, e rappresentati di alcune top companies egiziane del settore costruzioni.

 

L’inaugurazione

Domani mattina il taglio del nastro del 50° Marmomacc che si svolge in contemporanea ad Abitare il Tempo, la rassegna di Veronafiere su interior design e contract (www.abitareiltempo.it). La cerimonia si svolge alle 10.30, nell’area forum dell’Italian Stone Theatre (padiglione 1). Oltre ad Ettore Riello, presidente di Veronafiere, partecipano Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia e Finanza, Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria,Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo economico ed Energia della Regione Veneto, Marco Ambrosini, assessore alle Attività economiche del Comune di Verona e Giovanni Sacchi, dirigente ICE per il coordinamento dei Servizi di promozione del Sistema Italia.

Alle 11.30, poi, premiazione delle nove aziende che hanno partecipato a tutte le 50 edizioni di Marmomacc e del comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella.

Il programma della giornata

Alle 15, nella sala Puccini del Centrocongressi Arena (galleria tra i padiglioni 6 e 7), al via i lavori della prima edizione dell’International Stone Summit, conferenza organizzata da MiSE, ICE, Confindustria Marmomacchine e Veronafiere, cui prendono parte 20 delle maggiori associazioni mondiali del settore tecno-marmifero.

Sempre alle 15, una fotografia del mercato lapideo globale con la presentazione del 26° Rapporto marmo e pietre nel mondo di Carlo Montani (sala Mascagni, centro Stampa, galleria tra i padiglioni 4 e 5).

Nell’area forum dell’Italian Stone Theatre (padiglione 1), infine alle 18, cerimonia di premiazione della 9ª edizione del Best Communicator Award e la consegna dei diplomi di Mastri della Pietra.

10 anni di Consorzio Marmisti Chiampo a Marmomacc

Stand Consorzio Marmisti ChiampoTra incontri istituzionali ed eccezionali attività di incoming, il network di aziende del Consorzio Marmisti Chiampo celebra i suoi primi dieci anni di storia raccontando il suo percorso in crescita nel mondo del design litico.

Due celebrazioni importanti si incroceranno quest’anno alla più importante fiera internazionale del settore lapideo, a Verona dal 30 Settembre al 3 Ottobre: il decimo anniversario della fondazione del Consorzio dei Marmisti della Vallata di Chiampo e le celebrazioni per il cinquantesimo di Marmomacc.

Il CMC ha fortemente desiderato partecipare a Marmomacc con un proprio stand istituzionale e per il quale è già previsto un ricco calendario di appuntamenti: numerosi incontri B2B con buyers internazionali, visite da parte di delegazioni di enti ed istituzioni territoriali pubbliche e private e attività organizzate con gruppi di architetti e progettisti provenienti da tutto il mondo, invitati, per l’occasione, anche in Vallata per una serie di iniziative ed attività di incoming che si concluderanno con l’eccezionale evento del 5 ottobre, quando a Chiampo giungerà un gruppo di architetti provenienti da 7 diverse nazioni, per visitare i laboratori di design litico delle aziende del Consorzio.

Il concept dello spazio espositivo del CMC, la cui progettazione è stata affidata alla cura del designer Andrea Negro, rappresenterà la forza di questo network di aziende, industriali e artigiane che, senza rinunciare alle specificità di ognuna, hanno voluto creare un pool unico, in grado di affrontare le nuove sfide dell’internazionalizzazione in forma associativa: una squadra coesa ed organizzata, in grado di accogliere qualsiasi richiesta nel mondo della progettazione con la pietra naturale.

Lo spazio espositivo del CMC, in Area Esterna “B” – Stand 69, ospiterà le rappresentanze di tutte le aziende associate e dei propri partners ed affiancherà le ditte consorziate che presenzieranno in fiera anche con propri stand.

Obiettivo qualità: Sviluppo tecnico e produttivo del settore lapideo nell’ottica di mercato

Cave di Gioia, Carrara (Foto Daniele Canali / Marmonews.it)

Cave di Gioia, Carrara (Foto Daniele Canali / Marmonews.it)

La qualità costituisce un obiettivo della produzione, in campo lapideo come altrove, ma nello stesso tempo, un impegno costante. Non bisogna presumere che la questione sia stata integralmente risolta grazie alle tecniche innovative, al perfezionamento dei processi ed al ventaglio sempre più vasto dell’offerta di finiture selezionate. Infatti, la qualità consiste in un complesso di valori che si realizzano quotidianamente nelle cave, nelle segherie e nei laboratori, con l’apporto di fattori professionali ed umani tipici del marmista, a cominciare dalla creatività e dalla fantasia con cui si possono ottenere dalle macchine prestazioni più avanzate, e risultati all’avanguardia.
Per marmi e pietre, materiali selettivi destinati ad impieghi di buon livello, il tema si pone con evidenza massima, sia in tema di prestazioni tecnologiche, sia sotto il profilo dell’omogeneità cromatica. In effetti, si parla spesso ed a giusta ragione di qualità totale, che oggi costituisce un traguardo realistico grazie allo sviluppo fatto registrare nell’ultimo trentennio in tutte le fasi del processo produttivo, dall’estrazione alla finitura.
Ormai, non esistono aspetti fisico-chimici e fisico-meccanici che non possano essere ottimizzati stante la disponibilità di impianti e di beni strumentali calibrati sulle specifiche esigenze di ciascun materiale e di ogni grado di lavorazione, dovendosi confrontarli, caso mai, soltanto coi relativi costi. Fra i tanti esempi, si possono citare quelli del trattamento dei grezzi in modo da accrescere la produttività di trasformazione, o del risanamento di semilavorati tramite interventi di resinatura delle lastre, anche a spessore sottile, che si pratica su materiali di elevato pregio medio.
La qualità, che in passato significava tempi lunghi e costi proporzionali, ha potuto coniugarsi bene con la produttività, anche alla luce della meccanizzazione di finiture alternative come la bocciardatura, la fiammatura e la sabbiatura, che hanno permesso di aumentare i volumi delle prime scelte nei casi in cui, a parità di requisiti tecnologici, il materiale sia interessato dalla presenza di qualche discrasia estetica che ne sconsigli la lucidatura. In questo senso, lo sviluppo tecnico è stato determinante per la valorizzazione della qualità e per porre sul mercato tipologie di serie capaci di proporre impieghi conformi ad esigenze progettuali di tipo meno tradizionale, senza rinunciare all’eleganza naturale del prodotto.
I problemi maggiori interessano pavimenti e rivestimenti, in cui si concentrano le quote più ampie del consumo lapideo. Dal punto di vista dell’idoneità all’impiego, tali problemi sono stati impostati in maniera propositiva e scientificamente corretta attraverso l’analisi tecnologica ed omogenea dei maggiori parametri, quali il peso per unità di volume, la resistenza all’usura per attrito radente, alla flessione ed alla compressione, la dilatazione lineare termica, il tasso di imbibizione, e via dicendo. Del resto, la disponibilità di materiali e di tecnologie è talmente ampia da permettere scelte a ragion veduta per ogni tipo di applicazione, e si potrebbe aggiungere, quasi per ogni commessa.
Il prodotto di natura è irripetibile, ma ciò non significa che la produzione non debba essere programmata in aderenza alla qualità tecnica, e che la distribuzione possa prescindere dalle strategie di servizio e di assistenza in cui si compendiano i requisiti essenziali di quella commerciale.
Quello della qualità è sempre stato un obiettivo di fondo, ma nell’epoca del mercato globale è diventato indispensabile, e deve essere governato da criteri di programmazione non solo sul piano scientifico, ma prima ancora, a livello di singole aziende. Ciò vale tanto per la tecnologia meccanica e fisico-chimica quanto per la presentazione del colore: ad esempio, nel caso di un materiale con venature intense, è noto che al taglio frontale conseguono superfici di tono compatto, mentre quello conforme all’andamento della massa comporta l’allungamento e l’estensione delle venature stesse, e quello longitudinale, l’allargamento del disegno.

Ferma restando la necessità di agire secondo l’input del cliente, l’esigenza di fondo è di affidarsi ad un adeguato “know-how” e quindi ad una professionalità effettivamente avanzata, anche per quanto riguarda il controllo qualitativo, che costituisce prassi ormai diffusa e sempre consigliabile: ad esempio, nei casi di manufatti che siano stati sottoposti ad interventi di stuccatura, resinatura, retinatura e consolidamento strutturale, e più generalmente quando si debbano assumere decisioni complesse in materia di tolleranze, di accompagnamento cromatico e di scarti del materiale declassato.
E’ bene rammentare che la qualità non è mai stata un “optional” né potrà esserlo in futuro: al contrario, è un rapporto sempre più competitivo fra il carattere tecnologico ed il prezzo, sulla cui ottimizzazione grazie agli investimenti ed alle attenzioni gestionali si fondano molte prospettive di ulteriore crescita del settore.

c.c.m.

Presentata Carrara Marmotec 2016

marmotecLa preparazione di CarraraMarmotec, alla sua 33° edizione nel 2016, vede il forte coinvolgimento di Internazionale Marmi e Macchine; la IMM infatti ritiene strategico mettere al servizio delle aziende del territorio apuo-versiliese il proprio know-how in materia di promozione e sviluppo della pietra naturale e delle tecnologie ad essa collegate attraverso lo studio e la realizzazione di un progetto pluriennale di sviluppo dell’industria lapidea territoriale, all’interno del quale fare crescere anche la manifestazione, con servizi dedicati alle imprese che operano nel settore e che contribuiscono all’immagine di Carrara nel mondo.

Il progetto espositivo della prossima Marmotec punta l’attenzione sulla ricchezza dei bacini marmiferi italiani e sull’imbattuta capacità di trasformazione della materia grezza in prodotti finiti di altissimo pregio. La manifestazione è un appuntamento fondamentale per il settore lapideo e delle tecnologie: vetrina naturale del distretto lapideo più importante al mondo, CarraraMarmotec rappresenta un evento di forte impatto economico per il distretto lapideo Apuo-Versiliese, che a sua volta dispone con questa fiera di un ulteriore strumento per la sua promozione e valorizzazione.

Nel momento in cui la Commissione Europea sta varando una legge che riconosca anche ai prodotti non agricoli, tra cui proprio il marmo di Carrara, l’indicazione di origine geografica protetta, CarraraMarmotec 2016 dedicherà al Made in Tuscany un’area in cui toccare con mano l’eccellenza delle lavorazioni e dei materiali, in un percorso che attraversa l’arte, la storia e le avanguardie del design. Qui sarà possibile entrare anche in contatto con le principali aziende del settore delle tecnologie per la lavorazione, vanto dell’industria meccanica italiana. Le aziende produttrici di tecnologie per la pietra garantiscono di fatto al settore lapideo del nostro Paese i migliori strumenti per diventare e rimanere l’eccellenza mondiale nella trasformazione dei materiali, assorbendo a loro volta dal settore stesso le informazioni utili a rimanere leader nel campo della ricerca e dell’innovazione.
Novità del 2016 sarà il rilievo dato a un tema centrale per la filiera nel settore lapideo: la sostenibilità. La filiera sostenibile è l’obiettivo futuro a cui necessariamente tendere, creando una filiera produttiva socialmente responsabile e rispettosa del territorio e dell’ambiente. Sono molte le aziende virtuose che hanno intrapreso un percorso di questo tipo, ma la loro visibilità risulta ridotta, sebbene sia noto ad ogni livello come non sia più possibile sottovalutare questa tematica. CarraraMarmotec 2016 si propone di evidenziare e promuovere, per la prima volta in una fiera di settore, le aziende che producono tecnologie per il riciclo, o che operano garantendo maggior sicurezza ai propri lavoratori, così come le realtà che realizzano prodotti innovativi riciclando gli scarti, o semplicemente aziende che racchiudono l’intera filiera e hanno improntato la loro attività produttiva su criteri di sostenibilità e rispetto ambientale, ottenendo in alcuni casi delle certificazioni (ISO 144001, EMAS, Ecolabel).

Il relativo avanzamento tecnologico del nostro settore nella gestione degli scarti e dell’impatto ambientale – quali il riciclo dell’acqua e la raccolta dei fanghi – attira costantemente nell’area Apuo-Versiliese delegazioni di operatori esteri provenienti da paesi produttori come la Cina, l’India o la Turchia, paesi che hanno iniziato ad affrontare questo genere di problematiche solo in tempi recenti. – osserva Fabio Felici, presidente di IMM/Carrarafiere- A questo proposito, a partire dal 28 settembre, sarà in visita sul territorio Apuo-Versiliese una delegazione cinese arrivata da noi proprio per comprendere, sotto la guida di IMM, le modalità di gestione ambientale lungo tutta la catena produttiva. Confidiamo, pertanto, che sviluppare all’interno di CarraraMarmotec 2016 il tema della sostenibilità possa attirare numeri importanti in termini di visitazione estera, oltre a fornire un’ottima occasione di approfondimento per tutte le imprese che operano nel settore

Per favorire il trasferimento di conoscenze tra l’ambiente accademico e quello imprenditoriale, le aziende innovative in ambiti legati all’eco-sostenibilità, ma anche ad altri aspetti connessi all’innovazione tecnologica, potranno usufruire dell’area Research to Business (R2B) uno spazio dedicato allestito in fiera proprio a questo scopo. Previsti, inoltre, corsi gratuiti sui temi di più stretta attualità quali: tecnologie lapidee, geologia, product design, rivestimenti di edifici in pietra, recupero e restauro. Al fine di garantire l’incoming di accademici specializzati sulla ricerca nel settore lapideo, la IMM sta già lavorando all’organizzazione di un’importante conferenza internazionale dal titolo “First Sustainable Stone Conference”.

Saranno inoltre organizzate, come da tradizione, molteplici iniziative dedicate al mondo della progettazione, con workshop, convegni e conferenze di altissimo livello sulle nuove frontiere del marmo, oltre a simposi professionali dedicati alle conoscenze indispensabili per un utilizzo ottimale dei materiali lapidei in ogni ambito costruttivo. In occasione della fiera saranno presentati anche i vincitori del premio internazionale di architettura Marble Architectural Award (MAA) che festeggia nel 2016 la sua ventottesima edizione.
Resta in ogni caso centrale a Marmotec la peculiarità commerciale e di business dell’evento – puntualizza Luca Figari, direttore di IMM/CarraraFiere – sia attraverso l’esposizione di materiali e macchine, sia con la programmazione di incoming di operatori esteri per l’organizzazione di incontri Business to Business (B2B) da realizzarsi all’interno di un apposito spazio dove gli espositori interessati potranno incontrare i buyer in cerca di materiali e tecnologie. Oltre alle attività di recruitment portate avanti da CarraraFiere sarà possibile usufruire del supporto di ICE Agenzia Italia che supporterà l’incoming di importatori e contractors altamente selezionati, provenienti dai principali mercati di sbocco per la pietra Made in Italy come USA e Germania, ma anche per le tecnologie come la Cina, L’Iran e i Paesi Emergenti. E’ prevista la presenza di almeno 200 operatori, per un calendario importante di incontri business oriented, completamente gratuiti per le aziende partecipanti.

«Internazionalizzazione del settore lapideo»

0I8TKK9Marmomacc, da 50 edizioni interprete del settore marmo lapideo, eccellenza del manifatturiero italiano, quest’anno si presenta ancora più internazionale grazie al Piano di promozione straordinaria del Made in Italy del Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane e Confindustria Marmomacchine.

Il Piano, che prevede un investimento complessivo di 2 milioni di euro lordi erogati direttamente dal MISE,  presentato oggi in conferenza stampa nella Sala Arazzi del Ministero dello Sviluppo Economico alla presenza di Giuseppe Tripoli, capo dipartimento del MISE per l’internazionalizzazione delle imprese, Roberto Luongo, direttore generale ICE-Agenzia, Ettore Riello e Giovanni Mantovani, presidente e direttore generale di Veronafiere, e Flavio Marabelli Presidente di Confindustria Marmomacchine, è un risultato di portata storica per un comparto al quale Marmomacc dà voce dal 1961 e che rappresenta una produzione complessiva di oltre 3,84 miliardi di euro di valore (il 75% dall’export), con 3.340 aziende e 33.700 addetti (fonte Confindustria Marmomacchine 2014).

Il Progetto sviluppa l’idea di internazionalizzare il business legato al prodotto Made in Italy – sia esso macchinario, tecnologia, blocco grezzo, semi lavorato o finito –, favorendo l’incoming di operatori qualificati dall’estero, momenti di formazione tecnica, incontri b2b e visita alle aziende ed ai territori produttivi, presentazione di eccellenze tecnologiche e lapidee.

Fulcro dell’iniziativa promossa dal MISE è la 50ª edizione di Marmomacc, in programma alla Fiera di Verona dal 30 settembre al 3 ottobre, con più di 1.500 espositori, dei quali 569 italiani e 933 esteri da 55 nazioni su 77.100 metri quadrati netti, e con più di 60 mila operatori attesi da oltre 140 Paesi.

«È un piano di promozione innovativo perché si basa su una visione integrata che coinvolge tutti gli attori di un settore, come quello del marmo lapideo, potenzia il ruolo dell’ICE al servizio delle imprese e riconosce ufficialmente il ruolo del sistema fieristico italiano e delle sue eccellenze, quale Marmomacc come piattaforma per incrementare il tasso di internazionalizzazione di imprese e sistema-Paese» ha sottolineato Giuseppe Tripoli.

«Già dal 28 settembre, è previsto l’arrivo a Verona di due selezionate delegazioni commerciali straniere di operatori del settore: 100 top buyer interessati alle tecnologie e ai macchinari italiani e altri 100, tra architetti, progettisti e designer, alla ricerca di marmi e pietre Made in Italy da utilizzare nei grandi progetti all’estero» ha evidenziato Giuseppe Luongo.

«È un importante riconoscimento per tutto il sistema fieristico e per la Fiera di Verona in particolare frutto di un lungo lavoro di relazione e rapporti con il MISE. È un’occasione importante per aggregare risorse e razionalizzare la promozione di uno dei settori di eccellenza del manifatturiero italiano che ha in Marmomacc il proprio punto di riferimento mondiale» ha sottolineato il presidente di Veronafiere Ettore Riello.

«Si tratta di risultato che premia un settore produttivo che ha nel distretto di Verona una eccellenza sia nel comparto della produzione dei macchinari e tecnologie, sia nella lavorazione del prodotto. La 50ª edizione della rassegna che inaugureremo il 30 settembre con un importante summit internazionale, si pone dunque non tanto quale punto di arrivo ma come una nuova partenza, per incrementare gli ottimi risultati sin qui raggiunti», ha dichiarato Giovanni Mantovani.

«È un settore che ha saputo rispondere in modo efficace alla crisi, che cresce di quasi il 6% nell’export di prodotti grezzi e lavorati nel primo semestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2014 e del 28%in quello del comparto macchinari e tecnologie», ha evidenziato Flavio Marabelli, presidente di Confindustria Marmomacchine.

In aggiunta all’incoming delle due delegazioni di buyer e architetti, l’azione promozionale del Piano si attua secondo precise linee di intervento.

Gli operatori stranieri coinvolti nel programma formativo partecipano all’Italian Stone Technology & Design Conference, con una serie di workshop e visite alle aziende del territorio per approfondire, fino al 6 ottobre, la conoscenza del prodotto lapideo e dei macchinari Made in Italy.

Centrale a Marmomacc 2015, poi, è il Progetto “The Italian Stone Theatre”, rappresentato dal Padiglione 1, che nei suoi caratteri essenziali ne delinea la vocazione istituzionale e al contempo esalta il contenuto di italianità. Si tratta di un grande evento celebrativo e spettacolare che coinvolge non solo il materiale lapideo, ma anche i macchinari e la tecnologia per una vera e propria area dedicata all’innovazione: la genialità di designer e progettisti, anche internazionali, è qui abbinata alla professionalità, alle capacità realizzative, alle competenze tecniche e produttive delle macchine e delle aziende del nostro Paese.

Nello Spazio Forum, inoltre, sono in programma convegni, seminari, lectio magistralis, premiazioni, presentazioni di architettura, design, didattica e ricerca universitaria. Allestito nel cuore del padiglione per ospitare architetti e designer di prestigio internazionale, costituisce un grande momento di incontro e di dialogo con un pubblico di professionisti, operatori, studenti, professori, tecnici e ingegneri.

Infine, debutta l’International Stone Summit, la prima conferenza mondiale dedicata alla pietra naturale che riunisce le principali associazioni internazionali del marmo e altrettanti rappresentanti della stampa economica dei Paesi coinvolti, con l’obiettivo di sviluppare contenuti e stimolare momenti di confronto e dibattito sul tema lapideo.

L’inizio è previsto il 30 settembre, alla presenza del Ministero dello Sviluppo Economico, Veronafiere e dei delegati di Confindustria Marmomacchine per illustrare i principali dossier settoriali e i progetti sviluppati dal Governo italiano nel mondo.

MarmoNews funziona! I dati lo dimostrano

logoDobbiamo, per onore di verità, far conoscere che questa nostra iniziativa editoriale dedicata al settore del marmo e delle pietre naturali, sia agli aspetti macro-economici che storici, giuridici, artistici è stata accolta in maniera estremamente favorevole a livello internazionale.

Una rivista come questa che non si propone di vivere sulla pubblicità ma cerca semplicemente di diffondere la cultura del marmo, partendo da quell’enorme serbatoio di know now che è Carrara ha avuto, in termini di lettori e di provenienza da decine di paesi, un riconoscimento meritato ma anche per noi che la scriviamo orgogliosamente significativo. Quindi il nostro non è come spesso avviene nel mondo della rete un inutile accumulo di vacue forme nel grande cimitero di internet. Notizie fresche, serie, attendibili, utili alle migliaia di aziende che nei cinque continenti compongono quotidianamente la costellazione delle pietre naturali.

E’ un piacere per il nostro smilzo equipaggio quando quotidiamente apriamo gli indicatori delle visite trovare che queste nostre pagine sono state accanitamente consultate da utenti provenienti da, tra gli altri paesi: Usa, Francia, Inghilterra, Cina, Brasile, Portogallo, Ghana, Arabia Saudita e India.

Bilateralita’ contrattuale: Strumento utile per modernizzare il settore lapideo

Cava di Gioia lavorazione (Foto Daniele Canali / Marmonews.it)

Cava di Gioia lavorazione (Foto Daniele Canali / Marmonews.it)

Nel ringraziare il Direttore e la redazione per l’articolo pubblicato su Marmonewss dal titolo “Una sagra di buone intenzioni”, ritengo opportuno, nella qualità di Segretario Nazionale della Fillea e Responsabile del Settore Lapideo nonché di Vice-Presidente del Comitato Paritetico Nazionale Lapideo (C.P.N.L.), fare alcune considerazioni e dare alcune informazioni.

Il Comitato Paritetico Nazionale è stato istituito dal CCNL, sottoscritto il 24 maggio 2010, con decorrenza aprile 2008 – marzo 2012. Subito dopo abbiamo assistito a una ricomposizione all’interno di Confindustria che ha determinato l’uscita di AssoMarmi e l’ufficializzazione del ruolo di Confindustria Marmomacchine e di Anepla.

Questo cambiamento all’interno della rappresentanza dei datori di lavoro ha bloccato il funzionamento del primo Comitato Paritetico Nazionale, e il 31 luglio 2014 le parti sociali hanno deliberato lo scioglimento dello stesso e l’avvio delle relative procedure di liquidazione del Comitato suddetto.

Il 3 maggio 2013 è stato sottoscritto l’attuale CCNL del settore lapideo, escavazione, ghiaia e sabbia firmato tra Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil e Confindustria Marmomacchine e Anepla, che nella “Disciplina Generale” ha ricostituito il Comitato Paritetico Nazionale Lapidei (CPNL) definendone oltre che il nuovo regolamento, anche compiti e ruoli.

Il 30 ottobre 2013 si è provveduto a ufficializzare presso un notaio la nascita del CPNL e si sono prodotti tutti gli atti successivi al suo funzionamento. Presidente è stato nominato Giancarlo Tonini (Marmomacchine) e vice-Presidente El Akkioui Moulay. (Fillea Cgil) . In data 9 dicembre 2014, sono subentrato a El Akkioui Moulay.

Mentre il CPL non ha svolto nessuna attività di rilievo, il CPNL, oltre al perfezionamento degli aspetti interni, ha:

– prodotto il “Manifesto programmatico per il settore marmifero estrattivo nazionale” sottoscritto tra le parti il 22 maggio 2014, presentato alla Fiera di Carrara nel giugno 2014 e consegnato al Sottosegretario al MISE Carlo Calenda nel mese di settembre 2014;

– chiarito con la Presidenza del CIV INAIL, a seguito di uno specifico incontro tenutosi a Roma nel dicembre 2014, il ruolo che il CPNL aveva per la definizione degli atti relativi al bando FIPIT. Inoltre, dopo aver invitato il Presidente del CIV INAIL, dott. Franco Rampi, ad un incontro con il Comitato, si è deciso di procedere ad un approfondimento della questione “sicurezza nei luoghi di lavoro” attraverso un esame aggiornato della situazione e di predisporre un report assieme all’INAIL e alle AUSL di Carrara e Lucca. I risultati di questo lavoro saranno presentati in occasione di un’iniziativa pubblica che si terrà a Roma il prossimo mese di Ottobre;

– deciso di approfondire la conoscenza del settore in Italia. Sembra una banalità, ma ad oggi non ci sono due report dai quali si possano desumere dati omogenei su: produzione materie prime, PIL interno, PIL da esportato, quantità di aziende e lavoratori, specifiche per distretto, etc… . Su questo tema il CPNL è impegnato a fare chiarezza;
Queste sono allo stato attuale le iniziative intraprese. Sono poche? Può essere; Si poteva fare di più? Certamente.

L’impegno dei sindacati dei lavoratori e certamente della Fillea Cgil è e sarà quello di far si che il CPNL svolga il ruolo previsto dal CCNL per acquisire una autorevolezza che possa garantire il raggiungimento di positivi risultati, tra i quali la convivenza tra economia e tutela del paesaggio e della natura, la qualità certificata del prodotto, l’innovazione di processo e di prodotto, la formazione professionale, la salute e la sicurezza per i lavoratori.

Tutti questi indicatori devono produrre ricchezza per l’Italia, profitti per le aziende e maggiori redditi alle lavoratrici e ai lavoratori. Devono produrre maggiore ricchezza culturale e sociale per le comunità di riferimento poiché la proprietà della materia prima è del popolo.

Sarà mia cura, seguendo anche le sollecitazioni poste dalla stampa, fare in modo che il CPNL comunichi sulle attività svolte.

Opportunamente nell’articolo è ricordato che il finanziamento del Comitato è previsto da norme presenti nel Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Pertanto, evidenzio quanto segue:

Nel CCNL 2010-2013 era previsto che le aziende versassero 5 euro annue per ogni dipendente, mentre il CCNL 2013-2016 ha previsto sempre 5 euro, con una forte riduzione per le aziende che operano nei territori dove esistono Comitati Paritetici Provinciali.

I soldi incassati dal CPN su apposito conto corrente dedicato, a seguito della vicenda interna a Confindustria, sono stati, di fatto, bloccati. Dopo alterne vicende, ci auguriamo di essere arrivati all’epilogo e di poter ufficializzare al più presto il transito di queste somme sul conto corrente dell’attuale CPNL .

L’attuale CPNL ha incassato i contributi relativi a una parte del 2014 e a questi

mesi del 2015. Il Comitato paritetico ha approvato il bilancio consuntivo 2014 e preventivo 2015 ed è giusto specificare che nessun euro è stato utilizzato nè per i componenti del Comitato né per attività diverse da quelle previste dallo Statuto e dal regolamento.

Inoltre, le organizzazioni dei lavoratori sono impegnate a conoscere con chiarezza chi versa e chi no. Il contrasto all’evasione contrattuale, che esiste anche per le bilateralità relative al welfare e alla sanità integrativa , determina sia una dumping tra le imprese sia un venir meno dell’autorevolezza della bilateralità per i lavoratori che hanno sempre più bisogno di solidarietà e sostegno al reddito.

Alla bilateralità non c’è alternativa.

La Fillea è molto convinta del ruolo che il CPNL, per le materie previste dalla contrattazione nazionale, ha per un miglioramento della qualità del settore e su questa strada continuerà a impegnarsi, a partire dal prossimo rinnovo del CCNL.

Un sentito ringraziamento al Direttore e alla redazione di Marmo News per l’attenzione dimostrata e per gli input che sapranno darci.

Salvatore Lo Balbo

Segretario Nazionale Fillea-Cgil

FIERE ALLA SBARRA: Il caso della Stone+Tech di Norimberga

Photo: NürnbergMesse

Photo: NürnbergMesse

La globalizzazione ormai ineluttabile sta svolgendo un ruolo importante anche in campo lapideo: tra l’altro, ridimensionando il ruolo di talune fiere a vantaggio di quelle leader. Vi sono state chiusure importanti quasi dovunque, dall’America Latina all’Europa ed alla stessa Asia, che pure vanta la maggioranza di produzione e consumi mondiali, ed il ripensamento ha finito per coinvolgere anche qualche manifestazione già ritenuta prioritaria a livello internazionale. E’ il caso di Norimberga.
L’iniziativa tedesca, nell’ultima edizione della scorsa primavera, ha fatto registrare un ulteriore decremento di visitatori ed espositori, che rispetto a quella del 2013 (si tratta di una fiera biennale) si è ragguagliato rispettivamente al 22,5 ed al 18 per cento: laddove si tenga conto anche dei cali precedenti la Stone+Tec è sostanzialmente dimezzata, con poco più di 15 mila visite e circa 450 aziende intervenute. Quella di Norimberga è tornata ad essere una manifestazione dei Paesi di lingua tedesca, come ai suoi inizi, e con qualche differenziale strategico piuttosto significativo. I produttori e distributori di marmo e pietra sono calati in misura più che proporzionale, mentre hanno resistito relativamente meglio quelli delle tecnologie, in specie di laboratorio.
Naturalmente, ciò non significa che il mercato di riferimento si sia avvitato in una crisi di lunga durata: al contrario, la Germania rimane uno dei Paesi trainanti per quanto si riferisce al consumo lapideo, con particolare riguardo a quello dei materiali d’importazione. Basti dire che anche nel 2014 i suoi acquisti dall’estero, con oltre 2,2 milioni di tonnellate (solo l’import di Cina e Stati Uniti è stato più alto) costituiti in larga prevalenza da prodotti finiti, hanno conservato un’ampia prevalenza in ambito europeo, e sono rimasti tra i maggiori del mondo anche in valore. Quanto all’impiego interno, giova sottolineare che si è collocato non lontano dai 40 milioni di metri quadrati, il volume maggiore dell’ultimo quinquennio.
Non meno importanti sono stati gli approvvigionamenti tedeschi di tecnologie, che nel 2014 hanno avuto riguardo a macchine ed impianti per circa 120 milioni di dollari, collocandosi ancora una volta al primo posto in Europa ed al quarto nel mondo, dopo Cina, Stati Uniti e India. Quindi, in Germania lo stato di salute del comparto lapideo è più che buono, ed il regresso della fiera deve avere necessariamente altre cause, connesse alle valutazioni degli operatori. Del resto, quello della Stone+Tech non è un caso unico, visto che già da tempo la fiera di Dresda è stata addirittura cancellata.
Le conclusioni che si possono trarre da un esame oggettivo della situazione sono abbastanza facili. Il ruolo delle fiere minori, o ritenute tali dalla platea degli imprenditori settoriali, tende a ridimensionarsi senza colpa di nessuno, per effetto precipuo della mondializzazione; e quand’anche non intervengano decisioni più drastiche, la loro funzione si specializza nel servizio alle imprese minori che agiscono su mercati tendenzialmente puntiformi. E’ logico che i Soggetti fieristici interessati vadano alla ricerca di opportuni antidoti, in specie attraverso iniziative collaterali come quelle in campo culturale o professionale, ma le leggi dell’economia sono spesso impietose: al pari di quanto accade in altri contesti, compreso il mondo monetario, le fiere buone “scacciano” quelle non competitive.

Carlo C. Montani

Comitato paritetico per il marmo: Una sagra di buone intenzioni

 

Foto Daniele Canali / Marmonews.it

Foto Daniele Canali / Marmonews.it

A suo tempo, le Organizzazioni settoriali degli imprenditori e dei lavoratori avevano definito lo statuto del Comitato Paritetico Nazionale, la cui costituzione era stata decisa in sede contrattuale. Con questo adempimento, il CPN divenne potenzialmente operativo nel dichiarato intento di perseguire le strategie istituzionali di consultazione reciproca su tutte le questioni di maggiore attualità che vanno ad “incidere sensibilmente sulla situazione complessiva, sia in termini di occasioni positive e di sviluppo, che di fattori di criticità”.
Le attività prioritarie del Comitato avrebbero dovuto riguardare condizioni di mercato, livelli occupazionali, organizzazione aziendale, attività legislativa, mercato del lavoro, orario medio di escavazione e trasformazione, ricerca ed innovazione, qualità, produttività, formazione professionale, ambiente e sicurezza, fattore energetico, compatibilità ambientale. Fra i problemi del lavoro, si intendeva rivolgere attenzioni specifiche anche a quello del “mobbing”.
In buona sostanza, se non altro sulla carta il CPN era chiamato ad occuparsi, sia pure in chiave consultiva, di tutte le questioni di fondo che, non certo da oggi, condizionano in modo più o meno significativo una crescita dell’industria marmifera italiana conforme alla dinamica mondiale. In questa ottica, si era auspicato che il meglio non fosse nemico del bene, e che si volesse ragionevolmente predisporre una scala di precedenze in cui, accanto ai problemi del lavoro, quelli del mercato e dell’ambiente assumessero una logica “pole position”.
Infine, era stato deciso che l’operatività del Comitato fosse garantita da un versamento di cinque euro all’anno per unità occupata, da parte di tutte le Aziende italiane che applicano il contratto collettivo nazionale di categoria dei lapidei. Il budget poteva sembrare relativamente limitato, a prescindere dall’effettiva adesione del momento industriale e dal mancato coinvolgimento degli artigiani: nondimeno, ne risultava una disponibilità annua di qualche decina di migliaia di euro, che non è gran cosa, ma avrebbe potuto costituire un salto di qualità nell’analisi dei problemi e delle possibili soluzioni programmatiche.
Da allora, parecchia acqua è passata sotto i ponti, e talvolta anche sopra, come insegna il caso apuano del Carrione. Tuttavia, almeno in sede ufficiale, non risulta che dal Comitato siano scaturite opzioni condivise, da proporre alla volontà politica per la soluzione di qualche problema prioritario: non vorremmo che, ancora una volta, l’asino di Buridano tornasse a recitare un ruolo da protagonista, al di là delle buone intenzioni di cui sono notoriamente lastricate le vie dell’inferno.

cinicus

La febbre della pietra

Da cima Canalgrande (Foto Daniele Canali)

Da cima Canalgrande (Foto Daniele Canali)

Il mondo lapideo non sfugge alla legge del tempo: prima o poi, sopraggiunge qualche malessere che comporta la necessità di correre ai ripari. In Italia si è parlato di febbre del marmo ma non si è compreso bene da quale matrice batterica o virale sia stata determinata: gli specialisti, o presunti tali, si sono affannati a parlare di scarsa collaborazione imprenditoriale, mancanza di provvidenze finanziarie e promozionali, costi non competitivi, residue conflittualità nei rapporti di lavoro, e via dicendo. Nella realtà, si tratta di un malessere diffuso in tutto il sistema economico: non stanno meglio, per citare qualche comparto di maggiore contiguità merceologica o funzionale, ceramica, laterizi e meccanica strumentale.
Qualora si analizzino in maniera più compiuta i consuntivi internazionali di lungo periodo è facile constatare che l’Italia del marmo e della pietra avverte sofferenze diffuse, talvolta più intense di quelle presenti in Europa, a cominciare da talune realtà con forti tradizioni settoriali come Spagna e Grecia. Basti dire che nell’ultimo quarto di secolo il volume prodotto nel bel Paese non ha tratto alcun significativo giovamento dalla crescita della domanda globale, ascrivendo, al contrario, alcune notevoli flessioni regionali, e lasciandosi sorpassare da Cina, India, Turchia, Iran e Brasile, mentre la quota italiana dell’export mondiale di manufatti è scesa da due quinti ad un ventesimo.
Per andare all’essenziale, bisogna ammettere che le strozzature economiche, organizzative e sindacali costituiscono un limite tanto più avvertito perché in Italia manca un fattore ancora più importante: la fiducia. Ciò determina progressive contrazioni degli investimenti, perdite di produttività e di competitività, e nella migliore delle ipotesi, arroccamento tattico nella cosiddetta produzione di nicchia, appannaggio di un numero necessariamente circoscritto di Aziende tuttora in grado di far valere un differenziale di fantasia e di creatività, ma in controtendenza rispetto ad un mercato mondiale sempre più propenso al consumo di manufatti standardizzati di facile posa e di agevole trasporto, eppure qualitativamente idonei.
Nel frattempo, i nuovi Paesi leader sono alle prese con una “febbre” del marmo di segno completamente diverso: quella provocata da una domanda superiore all’offerta e da un gradimento del prodotto in crescita esponenziale. Nel periodo in parola, nonostante l’incremento vertiginoso della sua produzione domestica, la Cina ha accresciuto di oltre 150 volte il proprio import di materiali grezzi, salito da 100 mila tonnellate ai 15,2 milioni acquistati nel 2014: tutti destinati alla trasformazione nelle segherie e nei laboratori locali e ad alimentare il mercato nazionale dei lavorati. Nel settore, non era mai accaduto che l’espansione produttiva e distributiva fosse così rapida, coinvolgendo altri Paesi in via di sviluppo.
Ecco una “febbre” di origine diametralmente opposta a quella europea, e soprattutto italiana; o meglio, una crisi di crescita che si traduce, a casa nostra, in stupore non immune da qualche punta di invidia.
In economia, i sentimenti servono a poco, ed anzi corrono il rischio di inquinare la lucidità con cui sarebbe necessario affrontare la situazione. Le armi in possesso dell’Occidente sono piuttosto spuntate ma ciò non significa che si debba rinunciare a battersi, a patto di avere le idee chiare e di non procedere in ordine sparso: bisogna agire in maniera unitaria e coordinata, d’intesa col momento politico e con quello sindacale, che spesso sembrano latitare, ma il cui recupero compete a tutte le Organizzazioni, chiamate ad un rinnovato impegno di qualità. Nello stesso tempo, bisogna ritrovare la voglia di investire, senza la quale non si va troppo lontano: beninteso, dopo avere ben valutato le alternative e le opportunità, sia nel campo produttivo che in quello distributivo.
Sono decisioni non facili ma necessarie. Rinviarle ulteriormente significa fare il giuoco della concorrenza e rinunciare alla dignità di chi non intenda tirare i remi in barca prima del tempo, ma tenere alta la bandiera della tradizione e della professionalità.

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