Repubblica islamica dell’Iran: enormi margini per l’industria lapidea

iranNei giorni scorsi non è di certo passata inosservata la visita politico-economica del presidente iraniano Hassan Rohani, caratterizzata non tanto dagli aspetti cerimoniali quanto dai potenziali accordi, per circa 17 miliardi di dollari, firmati da molte aziende italiane.

Del bottino italiano, Saipem dovrebbe fare la parte del leone, firmando un accordo con l’Iran per un gasdotto lungo duemila chilometri, per un controvalore compreso tra i 4 e i 5 miliardi di dollari, ma affari d’oro sono in vista anche per l’impresa siderurgica italiana Danieli, per Gavio, Fincantieri e Ferrovie dello Stato. La società Pessina Costruzioni ha sottoscritto un memorandum per la costruzione e la gestione di cinque strutture ospedaliere. Senza dimenticare il settore economicamente più rilevante che è ovviamente quello del petrolio, seguito dalle infrastrutture: l’ammodernamento della rete ferroviaria e la costruzione di una linea di alta velocità con aziende italiane a fare capofila del progetto. In quasi tutti i comparti economici, compreso l’agroalimentare, si sono aperte negoziazioni con la delegazione iraniana.

Ma andiamo per gradi, la Repubblica islamica dell’Iran a fine 2014 ha registrato un interscambio commerciale complessivo di circa 110.345 milioni di euro equamente distribuito tra esportazioni ed importazioni, con una lieve superiorità di queste ultime.

Le vendite all’estero dei prodotti iraniani hanno come principale mercato di riferimento la Cina, che rappresenta il 41% del totale dell’export, seguono l’India con il 17%, Turchia il 15%, Giappone il 9% e Corea del Sud con il 7%. Nella graduatoria delle primi cinque tipologie merceologiche, la quota più importante dei prodotti acquistati e ovviamente quella riferita ai combustibili e loro derivati, in sintesi petrolio, che equivale in valore all’80% circa del totale delle merci esportate. Troviamo con valori minori le materie plastiche, prodotti chimici, altri minerali ed infine frutta commestibile.

Anche per quanto concerne le importazioni i principali Paesi con i quali vengono realizzate operazioni commerciali sono nell’ordine Cina (38% del totale), India, Turchia e Corea del Sud, con l’unica eccezione in questo caso, al secondo gradino della graduatoria, degli Emirati Arabi Uniti, da quali l’Iran importa prodotti per il 17% del totale.

Il 15% del totale dei prodotti importati è riferito a reattori nucleari, caldaie, macchine e apparecchi meccanici, parliamo ancora di fine anno 2014, seguono con valori minori macchine ed apparecchi elettrici e loro parti (9%), altri veicoli terrestri loro parti ed accessori (8%), cerali (7%) e poi con il restante 60% circa tutta un’altra seri di merci che manifestano l’ importazione di una diversificata gamma di prodotti commerciali per una domanda interna in forte ascesa.

In questo panorama il ruolo dell’Italia nelle relazioni con l’Iran è stato fino ad oggi abbastanza marginale, basti menzionare che il nostro Paese ha esportato merci per non più di 1 miliardo e 155 milioni di euro, pari al 2,3% del totale, a fronte di importazioni per soli 451 milioni di euro. Una bilancia commerciale pari a circa 1,6 miliardi euro che permette comunque all’Italia di essere il secondo partner commerciale in Ue dopo la Germania, in netta crescita nel 2014 rispetto all’anno precedente.

A questo punto interessa verificare la consistenza, all’interno delle dinamiche sopra menzionate, del settore lapideo, sia nella componente grezza, dei calcarei e dei silicei, sia in quella dei prodotti lavorati, al fine di valutare sia l’importanza del mercato iraniano nel contesto internazionale sia di rapportare lo stesso con gli scambi commerciali lapidei con l’Italia e con alcune delle zone più rappresentative, in primo luogo la provincia di Massa-Carrara.

A fine 2014 la produzione mondiale di materiali lapidei è risultata pari a circa 136 milioni di tonnellate e l’Iran, con il 5,1% del totale, è risultato il quinto paese nella graduatoria internazionale, con una quantità di circa 7 milioni di materiale prodotto, in aumento rispetto all’anno precedente del 7,6%. E’ interessante inoltre osservare come dal punto di vista storico l’Iran sia passato da una produzione di circa 2,5 milioni di tonnellate nel 1996 all’attuale livello mantenendo comunque nel ranking mondiale sempre la stessa posizione.

Nella disamina per tipologia merceologica possiamo porre in evidenza che, per quanto concerne l’interscambio di calcarei grezzi, l’Iran nell’ultimo anno abbia registrato alcuni elementi di indubbio interesse. Innanzitutto si deve sottolineare che le importazioni di materiale calcareo sono veramente limitate e non superano i 323 mila dollari (USD) con il paese più rappresentativo la Turchia, con una quota del 61%, seguono Spagna, Cina, Pakistan e Emirati Arabi.

Per le esportazioni invece i valori sono notevolmente più interessanti, con un totale di circa 99 milioni di dollari, e con Cina e Italia che rappresentano le quote più rilevanti, rispettivamente il 68% ed il 14% del totale.

La Cina ha importato nell’ultimo anno 357 mila tonnellate di calcarei grezzi dall’Iran per circa 68 milioni di dollari, mentre l’Itali si è fermata a 17 mila tonnellate per un valore superiore ai 13 milioni di dollari (euro 11,3 milioni). Nell’interscambio mondiale di calcarei grezzi l’Iran con 414 mila tonnellate rappresenta il 2,9% del totale, il settimo paese della graduatoria.
Principali paesi importatori di calcarei grezzi dall’Iran

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Livelli di interscambio inferiori si individuano invece per quanto concerne i silicei grezzi dove le importazioni dell’Iran toccano in valore i 409 mila dollari, mentre le esportazioni i 3,3 milioni, valori comunque distanti rispetto a quelli dei calcarei. Nel dettaglio possiamo evidenziare che le esportazioni iraniani di questi materiali, in sostanza graniti, si dirigono prevalentemente verso Turchia e Italia, in entrambi i casi con valori vicini ad 1,3 milioni di dollari. Per l’Italia si tratta in specifico di importazioni di materiali per una quantità che non arriva alle 2 mila tonnellate.

Possiamo comunque constatare che nonostante gli ampi margini di miglioramento l’interscambio di lapidei grezzi con la Repubblica islamica dell’Iran vedono l’Italia, ed in particolare alcune aziende italiane, tra le protagoniste delle relazioni commerciali, in particolare nel campo dei materiali lapidei calcarei; difatti sono proprio i marmi, il beige Dehebid, il rosa Bajestan, l’Aryan i più pregiati sul mercato, senza dimenticare i travertini (Azarshahar) e l’onice.

Per i materiali lavorati si rileva un bassissimo livello dell’export di lavorati semplici, non superiore ai 329 mila dollari, mentre equivalgono a circa 7 milioni di dollari, tutti provenienti dalla Cina, i lavorati semplici importati, si tratta prevalentemente di blocchetti e lastre per pavimentazioni e marciapiedi.

Ma è nel comparto delle lavorazioni speciali, ovvero materiali lavorati e finiti, che si evidenzia il ritardo dell’industria lapidea iraniana, se nella estrazione di materiale grezzo i livelli sono significativi la produzione di materiale finito risente ancora della mancanza di una filiera efficiente che permetta di presentare ai mercati, ed ai relativi compratori, marmi e pietre ornamentali di adeguata qualità. L’Iran mostra infatti una bilancia commerciale per i materiali lapidei lavorati in deficit, con un livello di importazioni a fine 2014 di circa 168 milioni di dollari a fronte di esportazioni di materiali finiti per soli 32 milioni. La quota quasi totale di produzione finita che si dirige verso l’Iran proviene, per ben 160 milioni di dollari, dalla Cina che rappresenta il partner fondamentale con 164 mila tonnellate di prodotti. Al quinto posto troviamo l’Italia con meno di 2 milioni di dollari per 722 tonnellate di materiale.

Più diversificate anche se di minor impatto economico sono invece le vendite verso Turchia, Azerbaijan, Kazakhstan, Australia e Emirati Arabi.

Un ultimo aspetto delle dinamiche mondiali che interessano la Repubblica islamica dell’Iran riguarda le tecnologie settoriali inerenti l’estrazione e la lavorazione lapidea; in questo caso possiamo segnalare che le importazioni iraniane sono state considerevoli e pari a circa 36 milioni di dollari, di cui 20 provenienti dall’Italia che pertanto rappresenta per l’Iran il principale mercato di riferimento per il proprio sviluppo tecnologico. Nella tecnologia per marmi e pietre l’Italia è il paese esportatore leader con 904 milioni di dollari, di cui il 2,2% è diretto all’Iran.
Principali paesi esportatori di tecnologie del settore lapideo verso l’Iran

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Non può mancare a questo punto un’analisi più locale ed inerente i rapporti commerciali della provincia di Massa-Carrara con l’Iran, soffermandoci in maniera specifica sull’interscambio commerciale lapideo. Come abbiamo potuto evidenziare nelle osservazioni precedenti il comparto più significato riferito ai materiali lapidei è quello che ha per oggetto il materiale grezzo, ed in particolare l’importazione di tale materiale, restando di poco valore economico gli interscambi inerenti le altre tipologie di materiale lapideo.

Permangono al di fuori di questo dettaglio provinciale le esportazioni delle aziende apuane produttrici di macchinari per le cave e per la trasformazione lapidea, per le quali invece i rapporti con l’Iran risultano favorevoli e presentano ampi margini di miglioramento.

In sintesi nell’anno 2014 i materiali lapidei, soprattutto marmo, importati dalla Repubblica iraniana sono risultati per Massa-Carrara pari a 2,8 milioni di euro, in crescita del +30% rispetto al 2013, ai quali si possono sommare 1,7 milioni della provincia di Lucca, per un totale del comprensorio che rappresenta il 40% circa del totale importato dall’Italia nell’ultimo anno. La parte rimanente è rappresentata da Verona con 4,5 milioni di euro, provincia leader per gli acquisti lapidei dall’Iran, e poi anche da quella di Vicenza con 1,1 milioni di euro. La totalità delle acquisizioni di materiale grezzo iraniano è pertanto effettuata dalle imprese lapidee dei comprensori apuo-versiliese e veneto.
Importazioni lapideo grezzo dall’Iran dei distretti apuo-versiliese e veneto

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Concludiamo queste brevi note sul mercato lapideo della Repubblica islamica dell’Iran con alcuni dati strutturali (Fonte ICE teheran).

In Iran sono attive più di 1.450 cave e 6.600 imprese di lavorazione che complessivamente, si stima, producono un fatturato di circa 2 miliardi di euro e danno lavoro, direttamente ed indirettamente, a più di 500.000 persone.

Nella distinzione per tipologia di materiale si mette in evidenza che la lavorazione dei marmi vede 473 cave, 2.200 imprese di lavorazione e circa 160.000 addetti. Sono invece 356 le cave di

Travertino, per 1.600 imprese e 122.000 addetti. Per la lavorazione dell’onice le cave attive risultano 61, le imprese 300 e gli addetti 21.000; ed infine per i graniti 247 cave per 1.124 imprese e 85.00 addetti.

Si tratta ovviamente di stime che devono essere prese con le dovute cautele, ma che mostrano indubbiamente le enormi potenzialità di un mercato che ancora deve sviluppare tutte le proprie risorse.

Marmomacc: L’industria iraniana della pietra cerca partnership

irandelegazioneDuecento milioni di dollari di investimenti nel solo settore delle tecnologie per l’ammodernamento dei 5mila impianti di lavorazione del paese, oltre 500 cave attive e 87mila addetti impiegati nella filiera, tra comparto estrattivo e di trasformazione.

L’industria della pietra in Iran – con Italia, Cina e India tra i primi quattro paesi produttori al mondo- ha una importante tradizione che il governo locale intende potenziare. Per questo al 50° Marmomacc, la manifestazione internazionale di riferimento dedicata alla pietra naturale e in programma alla Fiera di Verona fino a domani (www.marmomacc.com), proprio l’Iran ha organizzato una qualificata presenza espositiva e una delegazione commerciale guidata dal viceministro dell’Economia, del Commercio e delle Attività minerarie, Jafar Sargheini.

«L’Iran è un attore stabile e affidabile in Medio Oriente e rappresenta una economia forte nella regione. Il governo ha previsto delle importanti agevolazioni per le aziende che investono, sia riguardo alla tassazione e alla protezione degli utili, sia in merito alla mano d’opera impiegata con una politica di massima collaborazione e altamente vantaggiosa per l’investitore, anche in termini di costi energetici. Siamo molto interessati a sviluppare, attraverso Veronafiere-Marmomacc, sinergie e collaborazioni nel settore della pietra naturale, così come consideriamo le tecnologie italiane del comparto come le migliori al mondo», ha detto il viceministro Jafar Sargheini nel corso dell’incontro con i vertici di Veronafiere.

«Stiamo lavorando per finalizzare in tempi brevi una collaborazione col governo iraniano nei settori marmo-lapideo, construction e agricolo. Per quanto riguarda Marmomacc, prevediamo la presenza delle attività della Stone Academy in Iran e a Verona il prossimo anno di una delegazione di espositori e commerciale ancora più numerosa e sotto l’egida del governo. Si tratta di un paese con 300 milioni di abitanti, in forte espansione, con il quale l’Italia ha saputo mantenere un importante dialogo in ogni fase storica che oggi ci consente di essere valutati come partner qualificati ed affidabili con molti prodotti della nostra manifattura apprezzati e considerati di ottima qualità e design: elementi che ci rendono altamente attrattivi», ha precisato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere a latere dell’incontro.