Austria: Un mercato lapideo di sicura consistenza

AustriaEsistono Paesi di notevole rilievo per il settore lapideo ed il suo indotto, che vengono trascurati nelle valutazioni di mercato perché la loro importanza finisce per essere affievolita dalla contiguità ad altri, oggettivamente di prima grandezza: è il caso dell’Austria che dal punto di vista produttivo diventa marginale rispetto all’Italia, mentre sul piano commerciale è considerata, il più delle volte, come un’appendice della Germania, con caratteri analoghi dal punto di vista dell’interscambio e del consumo.
Eppure, l’Austria vanta riserve accertate di notevole volume, e spesso di qualità competitiva: oltre 60 anni orsono, in uno studio piuttosto esauriente sull’argomento, era stata posta in evidenza una vasta disponibilità dei suoi materiali, nel numero di un centinaio, con dislocazioni prevalenti nel comprensorio di Salisburgo, ma anche in Carinzia, nella Stiria, nel Tirolo settentrionale ed occidentale, nel Vorarlberg e nelle regioni nord-orientali: quindi, con una copertura dell’intero territorio domestico. In prevalenza, si trattava di marmi colorati e di altri calcarei, fra cui persino una varietà di travertino, ma anche di silicei, ivi compreso il serpentino (A. Herbeck, Der Marmor, Verlag Callwey, Munchen 1953, pagg. 180-189).
Oggi, molte di quelle cave sono chiuse, ma l’attenzione per impieghi lapidei sempre diffusi e spesso prestigiosi non è venuta meno. Del resto, è appena il caso di ricordare che quando i giacimenti del Carso triestino e dell’Istria insistevano su territorio austriaco, vale a dire fino ad un secolo fa, materiali come quelli di Aurisina, di Sesana o di Orsera vennero largamente utilizzati per le grandi realizzazioni dell’Impero asburgico, come la Hofburg, i Parlamenti di Vienna e di Budapest, e tanti altri lavori celebrativi ed istituzionali.
La produzione locale è rimasta considerevole, ma come accade in tutti i Paesi sviluppati, viene integrata da un notevole flusso di importazioni, anche di grezzi, a conferma di una permanente attività trasformatrice; e soprattutto di lavorati. Nel 2015, gli acquisti lapidei austriaci hanno avuto riguardo ad oltre 400 mila tonnellate di materiale: detratti gli sfridi di lavorazione sulla quota di blocchi e lastre grezze, pari a circa un quarto del totale, il quantitativo corrisponde a circa sei milioni e mezzo di metri quadrati equivalenti, che per un Paese con circa dieci milioni di abitanti è una cifra decisamente apprezzabile. Rispetto al 2014 c’è stata una flessione dei lavorati nell’ordine dei dieci punti, compensata da un aumento dei grezzi che ha lasciato sostanzialmente invariato il bilancio complessivo. Nel periodo lungo, invece, si sono avuti incrementi ragguardevoli, tanto che l’import del 1994 risulta raddoppiato.
La stessa esportazione non è trascurabile, soprattutto nell’ambito dei grezzi, che costituiscono i quattro quinti del totale, con larga prevalenza del traffico di frontiera verso la Germania e gli altri Paesi contigui, a conferma di un’attività produttiva tuttora vivace, anche se nel 2015 si è registrata una flessione di circa 30 mila tonnellate rispetto all’anno precedente. L’assunto è confermato dalla buona presenza dell’Austria sul mercato delle tecnologie, con importazioni che, sempre nel 2015, hanno interessato macchine ed impianti per circa 18 mila quintali, pari al due per cento degli acquisti europei, mentre l’export si è collocato al settimo posto della graduatoria comunitaria, con poco più di 10 mila quintali.
Il consumo domestico di marmi e pietre, tenuto conto dell’apporto fornito dai materiali locali e di quello dell’interscambio, è stimabile in 8,8 milioni di metri quadrati, che per circa tre quarti, come si è detto, provengono dalle importazioni. Rispetto al 2014, si è registrata una flessione congiunturale di circa tre punti, ma nel lungo periodo c’è stato un aumento di quasi due terzi nei riguardi del 1994, con una crescita media del quattro per cento in ragione annua: ottimo risultato in assoluto, ed a più forte ragione per un Paese di seconda fascia, ma di ottime tradizioni settoriali, come la piccola Austria.