Il Distretto lapideo apuano ai vertici nazionali
I distretti si confermano punto di forza dell’industria italiana e nel biennio 2014-15 il fatturato a prezzi correnti delle imprese distrettuali è cresciuto in media d’anno dell’1,9%. Tra il 2008 e il 2015 sono quasi 6 i punti percentuali di crescita in più per le imprese dei distretti rispetto alle aree non distrettuali. I distretti, inoltre, hanno completamente recuperato quanto perso durante la crisi e sono tornati ai livelli di fatturato del 2008; al contrario, al di fuori dei confini distrettuali il gap è ancora significativo. I distretti industriali sono premiati da una maggiore capacità di esportare, effettuare investimenti diretti esteri, registrare brevetti e marchi, oltreché dall’azione di alcune importanti istituzioni locali attive nella certificazione, nella formazione e nella promozione internazionale
Rimangono tuttavia alcune criticità nascoste: dall’analisi dei dati emerge soprattutto la sofferenza delle imprese più piccole, che sono molto lontane dai livelli del fatturato del 2008 e, nonostante un miglioramento nei tempi di pagamento delle fatture, continuano a essere sottopatrimonializzate e altamente esposte ai debiti bancari di breve termine, incontrando molte difficoltà nel mantenere in equilibrio la gestione finanziaria e della liquidità, anche quando presentano una gestione industriale positiva.
Sul territorio italiano sono in ogni modo molte le aree di eccellenza distrettuale. Ordinando i distretti industriali, oggetto dell’analisi, per performance di crescita e reddituale (misurata da un indicatore che riassume lo stato di salute dei distretti per evoluzione del fatturato, delle esportazioni e della redditività), è possibile ricavare una classifica dei 15 distretti migliori (vedi tabella).
Ai primi posti e molto vicini si collocano due distretti veneti, l’occhialeria di Belluno e il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, che hanno ottenuto risultati brillanti su tutti i fronti, mostrando, in particolare, un rafforzamento significativo dei margini unitari.
Subito dopo i primi due distretti incontriamo, terzo nella graduatoria nazionale, il distretto Lapideo di Carrara, con performance significative in tutti gli indicatori analizzati.
Viene pertanto confermato anche da questa ricerca il buon stato di salute delle aziende lapidee locali, ovviamente quelle più strutturate, che precedono in questa speciale classifica della Intesa Sanpaolo quasi tutti i distretti produttivi italiani, e si collocano come primo distretto manifatturiero in senso stretto. Nello specifico il distretto del marmo di Carrara ha ottenuto un punteggio di 72,6 punti, distante di 20 punti dal distretto leader di Belluno, ma superiore di 2,5 punti rispetto al quarto classificato, il distretto della gomma del Sebino Bergamasco.
Il fatturato delle aziende apuane oggetto dell’analisi ha ottenuto mediamente una variazione dell’8,7% tra l’anno 2008 ed il 2014, e un valore ancora positivo, seppur di entità minore, nel solo 2014, +2,3%. L’andamento dell’export ha invece ottenuto valori di notevole significato, con un +28,9% nel periodo 2008-2014, ed un +10,1% nei primi nove mesi del 2015. Anche il margine operativo lordo (EBITDA), determinato dal valore aggiunto al netto del costo del lavoro, ha riscontrato livelli dell’11,8% nell’annualità 2014, con una variazione del +1,6% rispetto al 2013, in questo caso si tratta di valori addirittura superiori a quelli mostrati dai due distretti che hanno preceduto quello apuano nella graduatoria generale.
Ricordiamo inoltre che la classifica è stata ottenuta come combinazione dei sei indicatori riportati in tabella.
I distretti migliori per performance di crescita e redditività |
||||||||||
Graduatoria |
Distretti |
Punteggio da 1 a 100 |
Var. % fatturato |
Var. % export |
EBITDA |
|||||
tra 2008 e 2014 |
2014 |
tra 2008 e 2014 |
gen.set 2015 |
2014 |
Diff. 2014-2013 |
|||||
1 |
Occhialeria di Belluno |
92,1 |
17,8 |
14,1 |
61,2 |
13,2 |
9,9 |
1,1 |
||
2 |
Prosecco di Conegliano |
89,0 |
37,4 |
5,8 |
89 |
21,3 |
9,4 |
1 |
||
3 |
Marmo di Carrara |
72,6 |
8,7 |
2,3 |
28,9 |
10,1 |
11,8 |
1,6 |
||
4 |
Gomma del Sebino Bergamasco |
70,1 |
13,6 |
6 |
43,4 |
1,9 |
9,5 |
0,1 |
||
5 |
Dolci di Alba e Cuneo |
69,0 |
25,5 |
3,2 |
11,8 |
8,5 |
11,5 |
-0,2 |
||
6 |
Dolci e pasta veronesi |
68,6 |
16,9 |
1,2 |
10,5 |
33,6 |
9,7 |
0,8 |
||
7 |
Pelletteria e calzature di Arezzo |
68,6 |
30,5 |
2,6 |
220,7 |
7,4 |
8,3 |
0,6 |
||
8 |
Alimentare napoletano |
66,2 |
11,9 |
3,2 |
53,6 |
17,6 |
7,8 |
0,3 |
||
9 |
Vini del Chianti |
65,8 |
12,4 |
3 |
34,5 |
26,2 |
10,9 |
-1,4 |
||
10 |
Materie plastiche di Treviso, Vicenza e Padova |
64,8 |
4,7 |
5 |
28,2 |
1,1 |
8,6 |
0,5 |
||
11 |
Pelletteria e calzature di Firenze |
63,5 |
26,5 |
4,1 |
69,2 |
4,7 |
7,8 |
-0,2 |
||
12 |
Meccanica strumentale di Vicenza |
63,3 |
1,1 |
7,5 |
9,8 |
8,7 |
7,8 |
0,1 |
||
13 |
Grafico veronese |
62,2 |
-2,8 |
4,7 |
5,9 |
12,4 |
7,8 |
0,6 |
||
14 |
Salumi di Parma |
62,0 |
14,4 |
3,3 |
44,2 |
9,7 |
7,1 |
0,1 |
||
15 |
Concia di Arzignano |
60,4 |
44,5 |
8,1 |
37,5 |
8,5 |
5,6 |
0,0 |
Questa classifica è stata per di più influenzata anche dal posizionamento strategico dei distretti, in termini di know-how produttivo, tecnologico, terziario e commerciale. Non a caso al primo posto si posiziona il distretto dell’occhialeria di Belluno, che si caratterizza per la presenza di imprese capofila che nel tempo hanno saputo acquisire una leadership internazionale sia per produzione sia per radicamento commerciale sui mercati. Inoltre, in questo distretto è stata particolarmente significativa ed efficace l’azione delle istituzioni locali. Frutto dell’attività di coordinamento degli enti locali sono infatti Certottica (l’istituto di certificazione dei prodotti ottici a Longarone riconosciuto a livello nazionale) e MIDO, la più importante manifestazione fieristica del settore.
L’alta competitività e attrattività di questo distretto è confermata anche dai processi di reshoring che lo stanno interessando.
Infine mettiamo in evidenza che un altro elemento importante è rappresentato dal progressivo indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro, iniziato nella seconda metà del 2014 e proseguito lungo quasi tutto il 2015, che ha creato elevate aspettative sul potenziale di crescita delle esportazioni, in particolare per quanto riguarda i distretti industriali italiani che avevano beneficiato in modo significativo dell’episodio di forte svalutazione della lira intervenuto ad inizio anni Novanta.
La reazione delle esportazioni italiane nel corso del 2015 non sembra essere comunque paragonabile a quella dei primi anni novanata: infatti, nei primi nove mesi del 2015, a fronte di una svalutazione dell’euro nei confronti del dollaro pari al 17,8%, le esportazioni dei distretti, seppure positive, non hanno registrato un boom. La crescita dell’export dei distretti tradizionali è stata, nei primi tre trimestri del 2015, pari al 4,3%, solo di poco superiore a quanto registrato dalle esportazioni degli altri territori (4,1%), e senza manifestare alcuna significativa accelerazione rispetto a quanto ottenuto nel 2014 (4,1%), in presenza allora di condizioni di cambio nettamente meno favorevoli.
In sintesi il report sui distretti elaborato da Intesa Sanpaolo testimonia, tramite alcuni parametri di bilancio delle aziende, che le attività legate al marmo di Carrara realizzano risultati economici significativi non solo a livello locale, ma addirittura tra i 147 distretti industriali presenti a livello nazionale, dove quello apuano si classifica terzo nella speciale graduatoria per le migliori performance di crescita e redditività.